Newsletter BORDERLINESICILIA – Marzo/Aprile 2018
- La vicenda della Open Arms: campagne di solidarietà e dissequestri
- La concretizzazione delle politiche di controllo delle frontiere
- L’inefficienza dell’accoglienza, gli intrusi e gli esclusi
- Sempre più diritti violati, a fronte di una minore capacità di reazione
- Eventi: Conversation on migrants’ issues, progetto EACEA BsM
LA VICENDA DELLA OPEN ARMS: CAMPAGNE DI SOLIDARIETÀ E DISSEQUESTRI
Nel corso del mese di aprile ha avuto luogo la campagna di solidarietà nei confronti della Proactiva Open Arms, sequestrata il 18 marzo scorso al porto di Pozzallo. Secondo l’accusa, l’ONG spagnola sarebbe stata colpevole di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, poiché avrebbe condotto in Italia 218 migranti contravvenendo agli ordini della Guardia costiera italiana, la quale aveva passato il comando alla Guardia costiera libica, condannando i migranti soccorsi e salvati a tornare nel luogo di torture da cui erano fuggiti. Caduta la prima accusa da parte della procura di Catania, la competenza del caso è passata al GIP di Ragusa, il quale, lo scorso 16 aprile, ha dissequestrato la nave riconoscendo ragioni umanitarie alla base della decisione presa da Open Arms. La pronuncia rappresenta un’importante conferma del fatto che la Libia non possa essere considerato un porto sicuro.
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LA CONCRETIZZAZIONE DELLE POLITICHE DI CONTROLLO DELLE FRONTIERE
Il 24 aprile scorso sono sbarcati a Messina 94 migranti. Le dinamiche con cui è avvenuto il salvataggio operato dall’ONG olandese Sea-Watch – a cui era stato ordinato di non salvare i migranti ma di attendere invece l’arrivo della Guardia costiera libica – rappresentano l’ennesimo tentativo mascherato dell’Italia di fermare gli arrivi via mare attraverso respingimenti delegati alle forze in mare di Tripoli. La situazione venutasi a creare ha generato un disperato atto dei migranti, che alla vista dei libici, pur di non tornare nel paese in cui erano stati torturati per mesi, si sono gettati in mare, venendo poi salvati dall’equipaggio dell’ONG. Questi tentativi illegittimi di respingimento indiretto sono parte della politica di controllo delle frontiere attuata negli ultimi anni, la quale si concretizza anche nell’arresto degli “scafisti forzati”, che invece di essere protetti come vittime di tratta, diventano i capri espiatori di un sistema che, attraverso la loro criminalizzazione, vuole solo tenere a bada l’opinione pubblica dando la sensazione di star agendo per fermare gli arrivi e i trafficanti.
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L’INEFFICIENZA DELL’ACCOGLIENZA, GLI INTRUSI E GLI ESCLUSI
Le questure siciliane, non tenendo in conto che il titolo di soggiorno è il prerequisito per la registrazione anagrafica, considerano in ogni caso la residenza un presupposto per il rilascio o il rinnovo dei permessi di soggiorno, rendendo difficile l’ottenimento dei documenti per chi è fuori dal sistema di accoglienza. Il risultato di tali prassi illegittime va ad alimentare il numero degli invisibili che abitano nelle baraccopoli, esclusi dai servizi ed intrappolati in un limbo di infinite attese. Dall’altra parte invece troviamo paradossalmente chi – pur necessitando di servizi, ma non di quelli forniti dal sistema di accoglienza – era stato incluso nei centri grazie a rapporti di amicizia: un noto politico palermitano, approfittando della sua posizione di potere, faceva vivere il padre anziano in un centro per minori stranieri non accompagnati.
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SEMPRE PIÙ DIRITTI VIOLATI, A FRONTE DI UNA MINORE CAPACITÀ DI REAZIONE
Con le proteste e l’incendio all’hotspot di Lampedusa, si è assistito all’ennesimo episodio in cui donne, uomini e bambini, dopo le traumatiche esperienze vissute al di là del mare, si trovano detenuti in situazioni di promiscuità e sono spesso vittime di atti di violenza. Le loro voci vengono zittite, e i diritti calpestati, da una crescente violenza perpetrata da parte delle istituzioni ai danni di chi dovrebbe essere protetto. Tutto ciò accade di fronte all’immobilità colpevole di una società assuefatta all’ingiustizia.
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EVENTI: CONVERSATION ON MIGRANTS’ ISSUES, PROGETTO EACEA BsM
Si è svolto a Palermo, il giorno 6 marzo 2018, il primo incontro organizzato da Borderline Sicilia nell’ambito del progetto EACEA “Brücken statt Mauern – over borders”. L’incontro, avvenuto tra gli studenti del Master in “International Social Work with Refugees and Migrants” dell’Università di Würzburg Germania e alcuni studenti dell’ultimo anno del Corso di Laurea in Servizio Sociale dell’Università degli studi di Palermo, ha visto i ragazzi confrontarsi su diversi temi critici riguardanti la gestione dell’accoglienza e la situazione politica internazionale.
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