Borderline Sicilia ONLUS

Newsletter BORDERLINE SICILIA- Ottobre 2018

  • Post 3 ottobre: testimonianze e analisi
  • Il caso Riace e il razzismo di Stato
  • Continuano gli sbarchi e i soccorsi nel Mediterraneo

 

POST 3 OTTOBRE: TESTIMONIANZE E ANALISI

A cinque anni dal tragico evento che vide la morte di 368 migranti di fronte le coste di Lampedusa, nessuna decisione politica viene presa per fermare le morti in mare. Anzi, la negazione di qualsiasi canale legale per arrivare in Europa e l’esternalizzazione dei controlli delle frontiere, non fa che alimentare il traffico di esseri umani ed i conseguenti morti. Medu conferma tale analisi durante una conferenza stampa indetta il giorno dell’anniversario della strage. Nonostante il gruppo di medici abbia più volte sottolineato e documentato la situazione disumanizzante in cui versano i migranti detenuti in Libia, l’Italia continua ad accordarsi con il governo libico e a respingere migranti che, avendo subito torture e trattamenti degradanti, avrebbero invece bisogno di cure per i disturbi da stress post-traumatico.

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IL CASO RIACE E IL RAZZISMO DI STATO

Il 6 ottobre è stato un giorno di mobilitazione nazionale contro le politiche criminogene del governo. A Riace seimila persone hanno manifestato contestando l’arresto del sindaco di Riace, Domenico Lucano, accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e illecito nell’affidamento di servizi, nonostante il riconoscimento internazionale per le sue politiche di accoglienza e integrazione. Una manifestazione che ha visto protagonisti i migranti accolti a Riace, ma anche le associazioni, i movimenti e le varie sigle sindacali, in solidarietà al sindaco in quel momento agli arresti domiciliari, adesso con il divieto di dimora.

A Palermo, SOS Mediterranée ha lanciato una petizione per la liberazione della nave Aquarius, bloccata al porto di Marsiglia, essendogli stata revocata la bandiera di navigazione panamense, su pressioni del governo italiano. Presente anche il forum antirazzista palermitano che ha espresso solidarietà al sindaco di Riace.

L’arresto di Lucano, la criminalizzazione delle ONG e delle navi impiegate per la ricerca e soccorso in mare sono tasselli di un più ampio quadro che in un crescendo, già iniziato dal governo precedente, ha raggiunto il suo punto più buio con il decreto legge “immigrazione e sicurezza” a firma del ministro degli interni Salvini, che abroga la protezione umanitaria e smantella il sistema SPRAR.

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CONTINUANO GLI SBARCHI E I SOCCORSI NEL MEDITERRANEO

Nonostante la chiusura dei porti e la “tolleranza zero” del Ministro Salvini, i processi di migrazione continuano nel Mediterraneo, prendendo nuove forme ed evolvendosi in conseguenza delle politiche del governo italiano.

In questo momento così difficile, il lavoro della navi di soccorso e monitoraggio è tanto più necessario quanto più complicato.

Perfino una nave dei marines americani, la Trenton, si è trovata a soccorrere un gommone che affondava al largo della Libia, circostanza in cui, nonostante tutto, 79 persone hanno perso la vita. Mediterranea ha indetto una conferenza stampa dove è stato raccontato il lavoro svolto nell’ultimo mese dalla nave Mare Jonio. Sea Watch ha annunciato che la nave Sea Watch 3, dopo un blocco forzato al porto di Malta lungo quattro mesi, ha ripreso il mare e dopo un intervento di manutenzione tornerà a svolgere il ruolo di ricerca e salvataggio.

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