Ufficiale lo stop a Mare nostrum, dal primo novembre resta solo Triton
Redattore Sociale – Stop a Mare nostrum, il primo novembre parte Triton e le due operazioni non convivranno. Ad annunciare ufficialmente la decisione del governo italiano è stato il ministro dell’Interno Angelino Alfano, durante un’informativa oggi alla Camera. “Mare nostrum non convivrà con Triton, ma sarà chiusa. D’accordo con il premier, ad un prossimo Consiglio dei ministri sarà deliberata la conclusione dell’operazione – ha detto Alfano -Ci sono 19 Stati oltre all’Italia che parteciperanno all’operazione Triton coordinata da Frontex, il cui budget sarà incrementato di 20 milioni di euro aggiuntivi per l’anno 2015. L’operazione costerà 3 milioni di euro, meno di un terzo di quanto è costata Mare Nostrum e a pagare non sarà solo l’Italia”.
La decisione del governo italiano di porre fine all’operazione di salvataggio della Marina militare era nell’aria, come già anticipato attraverso una fonte ufficiale da Redattore sociale. Ma alle parole di Alfano, che ha più volte ribadito di voler chiudere Mare nostrum, hanno sempre fatto da contraltare sia le frasi del premier Matteo Renzi sull’utilità di proseguire l’operazione, che di altri esponenti del governo come il sottosegretario all’Interno Domenico Manzione. Anche la presidente della Camera, Laura Boldrini, in occasione della ricorrenza del 3 ottobre aveva elogiato Mare nostrum, dicendosi “orgogliosa dell’Italia”.
L’annuncio di Alfano arriva proprio mentre è in visita ufficiale a Roma il direttore generale di Frontex, Gil Arias Fernandez, che in un incontro questa mattina con la stampa ha spiegato le finalità dell’operazione Triton. Durante il briefing Arias Fernandenz ha sottolineato in particolare l’estraneità delle due operazioni, distinte e con finalità diverse, spiegando chiaramente, a differenza di quanto sostiene il ministro Alfano, che Triton non sostituirà Mare nostrum. “Triton è un’operazione indipendente, che partirà il 1 novembre a prescindere da Mare nostrum – ha detto Fernandez – si tratta di due operazioni distinte. Salvare vite umane è una priorità assoluta in tutte le operazioni di Frontex – aggiunge – ma il mandato di Triton riguarda la gestione dei confini, non siamo un’agenzia che fa ricerca e salvataggio. Se viene dichiarata un’emergenza metteremo a disposizione i nostri mezzi ma non è questa la nostra mission. L’agenzia non ha a disposizione imbarcazioni tali da spingersi fino al confine delle coste libiche per fare operazioni di salvataggio come Mare nostrum”.
“Intollerabile che il governo voglia sbarazzarsi di un’operazione di cui per la prima volta si può andare fieri – commenta a caldo Filippo Miraglia, vicepresidente di Arci nazionale – Le sorti di un’iniziativa così importante non posso essere definite per fini politici, da parte di un partito in cerca di voti. Triton non prevede il salvataggio di vite umane, lo sanno tutti, l’Italia non può permettersi di sacrificare altri morti. Speriamo che il premier Renzi ci ripensi in tempo utile”. Preoccupazione per la fine di Mare nostrum era stata espressa nei giorni scorsi da diverse organizzazioni che operano in difesa dei diritti umani. Il Cir in particolare aveva sottolineato che non si può parlare di una sostituzione con Triton “non c’è nessun accordo politico e molto meno operativo in tal senso. In mancanza di un tale esplicito accordo Mare Nostrum deve assolutamente continuare e l’Ue deve contribuire, come minimo, ai costi dell’operazione”. (ec)