Strage di Lampedusa: i superstiti raccontano la dinamica dell’incendio. Le famiglie all’estero ricercano i parenti fra le vittime

Nonostante le condizioni climatiche restino ancora
precarie, sono riprese da ieri le attività di recupero dei cadaveri. Altri 74 i corpi
ritrovati dopo l’inabissamento del barcone contenente 518 migranti a
largo della Tabaccara e che ha cagionato la morte di 195 persone. I dispersi sarebbero ancora 168.Secondo le
testimonianze recenti di alcuni migranti, l’incendio sarebbe stato
causato dell’avventata decisione di riaccendere il motore per riavvicinare alla
costa il natante in balia della corrente.
Temendo di riallontanarsi troppo da
Lampedusa sospinti verso il largo dalle onde, mentre attendevano i soccorsi delle
forze preposte avvisate telefonicamente, pare che alcuni migranti abbiano
invitato insistentemente il conducente a riaccendere il motore, benché
quest’ultimo si opponesse. Infatti, il conducente avrebbe raccomandato che, una
volta spento, il motore restasse a riposo almeno un paio di ore perché una sua
improvvisa riaccensione in fase di depotenziamento poteva provocare
complicazioni difficili da controllare. Cosa che si è poi verificata secondo
quanto testimoniato proprio oggi. Nel tentativo di fuggire dalle fiamme, il
peso delle persone si sarebbe poi concentrato su unico lato del barcone
causandone il rovesciamento e il conseguente naufragio. In esso, a quanto pare,
non erano presenti solo Eritrei, ma anche alcuni Etiopi e Sudanesi, di cui 4
sopravvissuti e attualmente ospiti del CSPA. Al centro ieri era presente in
visita la Ministra per l’integrazione Cécile Kyengue, nota a molti dei migranti
stessi, come confermato da alcuni di essi, per essere una delle prime donne di
origine africane a ricoprire un ruolo di così alto rilievo in un paese
occidentale. Dure le sue parole contro le norme sull’immigrazione e il reato di
clandestinità perché, sostiene la Ministra, non è possibile che chi scappa da
guerre sia indagato per il fatto di
essere scappato clandestinamente. Atteso per mercoledì mattina il Presidente
della Commissione Europea José Manuel Durão Barroso. Sono stati invece
momentaneamente sospesi i trasferimenti via mare degli ospiti del centro, che
dovrebbero tuttavia riprendere nella giornata di oggi. Intanto si lavora anche per mettere in
contatto i superstiti con le relative famiglie residenti in Europa. Borderline
Sicilia è in contatto con alcuni operatori del centro per rintracciare i migranti
segnalati dalle comunità eritree in Europa.

La Redazione di Borderline Sicilia Onlus