Strage di Lampedusa: familiari beffati dalle istituzioni. Sale il numero dei morti del naufragio di ieri
Il sistema di accoglienza e supporto, messo in
piedi dal comune di Lampedusa in coordinamento con i Carabinieri, la Caritas,
l’Associazione Askavusa, la Parrocchia e tutta la comunità lampedusana in
favore dei parenti eritrei delle vittime del naufragio del 3 ottobre scorso,
avrebbe continuato a garantire nei giorni a venire alloggi e pasti gratuiti e
l’accompagnamento nelle varie tappe del drammatico iter di riconoscimento delle
salme e destinazione della sepoltura. Ma la Prefettura ha deciso, a quanto
pare, di gestire autonomamente la faccenda, predisponendo il trasferimento
delle salme ad Agrigento. Attualmente una nave militare è infatti ormeggiata al
molo commerciale dell’isola dove una gru sta imbarcando un centinaio di
bare da destinare al porto di Porto
Empedocle, sebbene siano numerose le famiglie eritree già giunte sull’isola a
spese proprie e le tante ancora attese nei prossimi giorni. Nonostante le
diverse note diffuse dal sindaco di Lampedusa Giusy Nicolini per chiedere un
coinvolgimento da parte della Prefettura, il comune lamenta di essere stato
abbandonato nella gestione di una situazione così delicata a supporto della
quale, continua il sindaco, occorrerebbero uomini e mezzi della protezione
civile. Nessuna unità di crisi, invece, è stata predisposta dalla Prefettura
che non avrebbe coinvolto nella sua iniziativa neanche le altre istituzioni; i
Carabinieri non sanno infatti nemmeno se continuerà a funzionare domani lo
sportello aperto presso la propria caserma per le procedure di riconoscimento
delle vittime. Nel frattempo, continuano ad arrivare in particolare dalla
Germania e dalla Svizzera le famiglie dei dispersi che si trovano adesso senza
chiare risposte da parte delle istituzioni. A riempire nuovamente l’hangar
aeroportuale dell’isola, diventato orami un obitorio per corpi senza nome,
giungono intanto i 21 cadaveri dell’ultimo naufragio avvenuto ieri sera in
acque territoriali maltesi. Naufragio che avrebbe coinvolto molti più migranti di
quanto finora annunciato se è vero che, come affermano alcuni superstiti (anche
tra quelli portati in emergenza a Lampedusa), a bordo dell’imbarcazione vi
erano circa 400 persone. I pochi superstiti trasferiti nella notte a Lampedusa
intanto domandano informazioni sui loro parenti e amici di cui non hanno più
notizie ; chiedono di sapere se sono vivi a Malta ed eventualmente come
ricongiungersi ad essi.
La Redazione di Borderline Sicilia Onlus