Sbarchi, l’Ue si sfila dall’appello di Alfano: “Parla ai paesi membri”
Redattore Sociale: Quello del ministro dell’Interno Alfano “è un appello chiaramente rivolto agli stati Membri, non alla Commissione europea, che sta già affiancando l’Italia con tutti gli strumenti disponibili negli sforzi per gestire la pressione migratoria”.
Michele Cercone, portavoce della commissaria europea agli Affari interni Cecilia Malmström, rispedisce al mittente il grido d’aiuto di Alfano affidato ai microfoni di Radio Rai. “L’Italia è sotto una pressione migratoria fortissima – ha detto il ministro in un’intervista -. Il tema è grave e deve essere preso in mano subito dall’Europa perchè questa frontiera del Mediterraneo è una frontiera europea. L’Europa non può ritenere che dando 80 milioni di euro l’anno a Frontex, che è l’agenzia che dovrebbe tutelare la frontiera, ha risolto il problema”. Doppia replica, quindi per il ministro Alfano, dopo che, alcuni giorni fa, sempre attraverso il portavoce Cercone, la Commissione europea aveva risposto agli appelli del ministro. “L’Italia non è mai stata lasciata sola – recitava la replica della Commissione del 4 aprile -. A dicembre sono stati stanziati trenta milioni di euro per aiutare l’Italia nell’operazione Mare Nostrum e la Commissione ha messo in atto anche azioni a più lungo termine”.All’allarme del capo del Viminale, stamattina si è aggiunto anche quello del vice capo del Dipartimento per le Libertà civili e immigrazione del ministero dell’Interno, il prefetto Riccardo Compagnucci, intervenuto durante la presentazione del rapporto sui Ritorni volontari assistiti dei migranti presso la Camera dei deputati. Secondo Compagnucci “la pressione sulle coste libiche è tanta: abbiamo anche tanti siriani che si sono posizionati su quelle coste e gli arrivi continueranno. Bisogna aumentare la nostra capacità di accoglienza”. Oltre ai mille migranti giunti nella giornata di ieri, ha affermato Compagnucci, “se ne stanno aggiungendo altri 3 mila tra oggi e domani”. Per il prefetto, il “99 per cento dei migranti proviene dalla Libia”. Un territorio su cui pesano gravemente le responsabilità della politica internazionale, a cui Compagnucci affida anche le possibili risoluzioni. “Così come è stata brava a far saltare un dittatore – ha affermato il prefetto -, dovrebbe essere altrettanto brava di rimettere ordine in quel territorio. Non si può soltanto arrivare, fare la guerra e tornarsene a casa. Bisogna far sì che la Libia ridiventi un paese normale col quale si possa parlare e vedere fino a che punto i flussi possano essere gestiti”. Per il prefetto, però, occorre intervenire anche sul fronte italiano e non solo sull’accoglienza, ma andando a colpire il “sovradimensionamento di normative sull’immigrazione che rendono difficile la gestione amministrativa. Più che di un testo unico, abbiamo bisogno di un alleggerimento normativo”.