Report visita CIE Serraino Vulpitta 11 Maggio 2012
Report di Laura Verduci
L’Europarlamentare
Alessandra Siragusa insieme a Laura Verduci e Alessio Genovese in
qualità di assistenti sono entrati al CIE di Trapani Serraino
Vulpitta alle 12,15 dell’11 maggio 2012.
Il
centro si trova all’interno di un palazzo degli anni ‘20 in stile
Liberty. La struttura viene inaugurata
nel luglio del 1998 come “Casa di Riposo per Anziani “Rosa
Serraino Vulpitta”, e tutt’ora parte dell’edificio lo è, lo
stesso dott. Mondello della prefettura, ci racconta di tentativi di
fughe degli “ospiti” del CIE in cui gli anziani si trovano, loro
malgrado coinvolti.
Veniamo
informati della prossima chiusura del centro per ristrutturazione, la
struttura è fatiscente, in stato di degrado (specialmente quelle
abitate dai detenuti), mancano in quasi tutte le stanze i vetri delle
imposte (esclusi gli uffici e la sala audizioni dove si riunisce la
Commissione Territoriale). Per questa ragione i detenuti lamentano
freddo e zanzare e appongono asciugamani e pezze alla finestre. Il
centro è diviso in 3 settori.
Rispetto
i tempi di ristrutturazione della struttura, le informazioni sono
contraddittorie; il dott. Mondello della Prefettura di Trapani
sostiene che inizieranno mese prossimo, la direttrice del centro
dott.ssa Cardella non sa quando inizieranno, ma è altresì vero che
alla giornalista Raffaella Cosentino del Redattore Sociale le è
stato vietato l’accesso al CIE Serraino Vulpitta per
“ristrutturazione”.
Giorno
11 Maggio la direttrice ci informa che gli “ospiti” sono 41, in
realtà il numero potrebbe superare la cinquantina: 15 egiziani,
probabilmente non identificati vivono segregati in una piccola
stanza, probabilmente in attesa del rimpatrio.
Gli
immigrati reclusi sono quasi tutti ex carcerati richiedenti asilo di
nazionalità: tunisina, egiziana, marocchina, albanese, ivoriani,
palestinesi.
La
cooperativa che dal 2000 ha gestito il centro è INSIEME del gruppo
Connecting People.
Dal
2000 la Direttrice è sempre la dott.ssa Cardella.
All’interno
della Struttura non c’è un refettorio. Il catering è esterno, 3
volte al giorno il cibo arriva con la ditta “Micol My Chef”.
La
Direttrice ci racconta che 10 anni fa l’utenza era peggiore e
rispetto la domanda dei costi del centro, le risposte sono evasive.
Il
Team di Insieme è composto da: Mediatori culturali, assistente
legale, la psicologa, medici, infermieri che lavorano secondo turni
stabiliti e fasce orarie.
Un
immigrato attualmente costa al dì 40 euro.
Per
quanto riguarda le forze dell’ordine, sempre con il meccanismo dei
turni sono presenti:
4
poliziotti;
10
uomini della squadra mobile (dicono in occasioni puntuali di tensioni
e rivolte)
più
6 militari
All’interno
degli alloggi non sono consentite foto.
Molti
detenuti sono affetti da patologie, tra cui forti depressioni.
Frequenti
i gesti di autolesionismo e suicidio.
I
bagni sono rotti, perdono acqua, la scarsa igiene e promiscuità va a
discapito della salute dei reclusi.
Molti
immigrati provengono da carceri di tutta Italia, molti hanno un
avvocato non in Sicilia,
chi
adesso ha nominato un legale del Foro di Trapani COMUNQUE non può
essere adeguatamente difeso.