Report da Salinagrande

Diventa sempre meno definita la natura giuridica del C.A.R.A. di Salinagrande, che di fatto si è trasformato in un C.I.E, considerando la presenza dei 130 migranti rinchiusi nella palestra, in attesa dell’espulsione , e in un C.A.I. considerata la presenza di decine di ragazzi tunisini, che aspettano da mesi il permesso temporaneo.

Le persone rinchiuse nella palestra, probabilmente persone arrivate dopo il 5 aprile e destinate all’espulsione, sono in sciopero della fame da tre giorni. Un dato nuovo ma altrettanto preoccupante e significativo è la prima relazione che il territorio ha instaurato con i migranti, in attesa da settimane del permesso temporaneo: molti escono dal centro e vanno a lavorare in nero nelle campagne o nei cantieri, questo permette loro di sopravvivere alle condizioni sempre peggiori del centro; infatti molti preferiscono rifiutare il cibo perchè non è dei migliori e perchè ci hanno riferito di avere il sospetto che il cibo sia contaminato da sedativi (ci dicono che dopo i pasti hanno immediata sonnolenza e spossatezza). Continuano gli atti di autolesionismo e i tentativi di suicidio (4 giorni fa un ragazzo ha provato ad impiccarsi).
I letti sono insufficienti rispetto al numero di persone ospitate e si alternano per dormire sui letti.Un minore è rinchiuso da otto giorni in una stanza.Un altro è rinchiuso nella palestra e non riesce a vedere la sorella che giornalmente si presenta davanti al CARA. Probabilmente 6 degli 8 migranti portati in ospedale (“Cervello” e “Villa Sofia” di Palermo) il 20 aprile (sera) dopo atti di autolesionismo (per evitare l’espulsione) sono stati riportati al C.A.R.A.. di Salinagrande e rinchiusi dentro la palestra. Nella tendopoli di Chinisia,in questo momento, non sono presenti migranti, ma ci riferiscono che non la smonteranno perché verranno deportati in questo non luogo (emblema dello stato d’eccezione) i migranti provenienti dalla Libia, anche se apprendiamo che lo status giuridico della tendopoli è cambiato diventando un C.I.E. (quindi vi è un’incongruenza tra lo status della tendopoli e lo status dei migranti che dovrebbero essere rinchiusi in questo non luogo).
Un’ulteriore notizia raccolta, quest’oggi, è che nei prossimi giorni dovrebbero aprire un altro lager in cui rinchiudere i migranti (circa 200) a Calatafimi (TP), si tratta di un ex convento.
Infine durante la nostra permanenza davanti al C.A.R.A.. di Salinagrande siamo stati fermati dalla polizia e ad alcuni di noi è stato chiesto di esibire un documento d’identità. La motivazione è chiara: vogliono intimidirci per non farci continuare il monitoraggio di denuncia di tutte le violazioni che stanno perpetrando nei confronti dei migranti (visto che l’azione che stiamo portando avanti con i vari presidi antirazzisti è l’unico modo per far conoscere le loro violazioni e informare i migranti sui loro diritti).

Presidio Chinisia