Report da Lampedusa
Tra le 2.00 e le 3:00 della notte ci sono altri 2 sbarchi ai quali non abbiamo assistito. Il primo di 199 persone ed il secondo di 216. Uno dei due barconi proveniva dalla Libia e l’altro dalla Tunisia come si riferisce un operatore della Protezione Civile e un dottore del CRI.
Intorno alle 10:30 ci incontriamo con i rappresentanti del Parlamento Europeo e con il furgone delle Brigate della Solidarietà Attiva ci dirigiamo verso i centri di accoglienza. Sia al CSPA sia alla LORAN ci fanno passare senza blocco di strada (così era fino alla settimana scorsa). Cornelia Ernst ed il suo assistente possono entrare con me come interprete in tutti e due i centri.
Contrada Imbriacola:
Possiamo entrare, da vedere tantissime persone che aspettano in “blocchi” la loro identificazione – vengono messi lì in attesa sempre come gruppo di sbarco. Stanno da tutte le parti. Ci spiegano che tutte le persone fuori aspettano soltanto l’identificazione e non hanno dormito fuori, vero è che non ci sono più i tendoni sotto gli alberi che c’erano la settimana scorsa. Secondo l’ente gestore (Lampedusa Accoglienza): si trovano 1500 all’Imbriacola, 430 alla Loran (confermato dal responsabile lì), ma non ci risultano questi numeri con gli sbarchi di stamattina erano secondo noi 1815 meno 28 tunisini portati via in mattinata – il numero esatto dovrebbe essere: 1787. Ci sono 150 donne e circa 8 bambini piccoli. Parliamo con il vice questore ed il questore della ps, dott. Marcello, con il direttore del centro (non abbiamo il nome, un signore giovane che si presenta come responsabile). Possiamo vedere il primo cortile e possiamo entrare nell’infermeria. Da lì ci impediscono di andare avanti, “potrebbe essere pericoloso” (!) Dall’infermeria non vediamo il secondo cancello, il responsabile ci spiega la struttura del CSPA dicendoci che si tratta di una struttura di forma “L”, al lato corto si trovano i due padiglioni maschili che possono essere separati con un cancello. Vediamo da fuori il padiglione con i minori e i nuclei famigliari – sembra pienissimo, non possiamo vedere bene se ci sono anche uomini adulti, tutto il cortile è pieno di pesone, un viavai di migranti e poliziotti. L’atmosfera però è molto tranquilla. La Polizia ci spiega la procedura: 1) vengono identificati in modo “soft”, foto, tessera con un numero, scheda dove mettono tutte le informazione del migrante, intervista breve per le generalità; viene effettuato un controllo dei bagagli (per verificare che non ci sono oggetti pericolosi), poi vengono identificati veramente (quello che abbiamo vista stamattina), tutti di uno sbarco messo insieme ad aspettare il proprio turno: foto, impronte digitali, prova se ci sono già nel sistema SIS/EURODAC. I dati sono a disposizione della pubblica sicurezza, del sistema SCHENGEN (come lo chiama Marcello) e alla disposizione del Ministero dell’Interno. I vulnerabili fanno un altro percorso dice, senza spiegarci come. Il centro viene sorvegliato dal esercito, ma i soldati non lavorano dentro, ci sono i carabinieri e la polizia. Hanno diversi mediatori che parlano inglese-francese-arabo. Sembra che sono mediuatori dell’ente gestore, ma non ne sono sicura so non si tratta soprattutto dei mediatori dell’OIM o dell’ACNUR. Ci confermano che ci sono diversi psicologi, 2 medici, 2 infermieri. Patologie in generale sono: cefalee, nausea, problemi gastrici – secondo il direttore non ci sono malattie gravi. Tutto l’infermeria è piena di persone e di materassi, dormono anche lì. I padiglioni: 3 padiglioni grossi: uno per le donne/minori = 60 posti, i tunisini vengono messi sempre a parte (minori pure? Non si capisce…); 2 padiglioni per gli uomini, si possono separare con un cancello. I tunisini vengono separati sempre dagli altri perché a causa degli accordi Italia – Tunisia ci sono altri procedure – vengono visti sempre come migranti economici da rimpatriare, così ci spiegano Marcello ed il suo collega. Naturalmente possono fare la richiesta d’asilo se lo vogliono, ci dicono. Il direttore ci fa un esempio: se arrivasse una tunisina incinta non verebbe messa a parte, sarebbe una vulnerabil e farebbe il percorso degli altri migranti non tunisini.Chiediamo per un caso di una donna olandese, sposata con un tunisini dentro il CSPA cosa si può fare – ci dicono niente. Discutendo questo caso scopriamo che: i tunisini non vengono più rimpatriati da Lampedusa perché non viene il viceconsole/il console tunisini che ci deve essere. Così vengono trasferiti da qui a Palermo o altre città con consoli. Chiediamo se veramente non si può fare qualcosa per la coppia – se lui viene rimpatriato e ha un divieto di reingresso in Europa-Schengen ci saranno moöti problemi per la coppia ci spiegano che NON RIVECONO IL DIVIETO, possono rientrare in Europa dopo il rimpatrio. Non possiamo verificare se è vero, ma l’abbiamo sentito anche da altri che i tunisini ricevono tipo provvedimento per il “respingimento” e non espulsione, una cosa per niente legale (perché non si può fare il ricorso per il provvedimento di espulsione), ma che aiuta ai tunisini per rientrare senza divieto in Europa. Il direttore dice che i gruppi più grandi sono per ora: somali, nigeriani, tunisini, egiziani, congolesi, del Mali, del Burkina Faso, pocchi eritrei, pochi del Sierra Leone. Cercano di trasferire i migranti entro massimo 3,5 giorni, il trasferimento viene gestito da tutti (Ministero, polizia…), non soltanto dalla protezione civile, rettifica Marcello dopo una mia domanda. Problema è che anche i centri in tutt’Italia sono ormai abbastanza pieni, perciò ogni tanto ci vuole tempo per trovare i posti. Non sapevano ancora dove verranno portati gli sbarcati di ieri. I minori stanno separati nel centro ci spiegano. Ma siccome è molto pieno non ci possiamo immaginare che funziona…vengono portati via sempre con la nave di linea, senza altri adulti, come l’abbiamo visto ieri al porto commerciale. Assistenza legale per la richiesta d’asilo: si occupa soltanto l’ACNUR, e quello ci ha detto che non lo possono fare per tutti e non possono garantire come funziona poi nei centri in Italia (se veramente tutti possono fare la richiesta).Base Loran
Qui si trovano Carabinieri all’ingresso che non conoscono il questore Marcello! Ci dimostra che le persone al turno non vengono informate e non ci sono contatti – questo ci conferma poi anche un dottore della Croce Rossa. La Loran è ancora zona militare: qui si trovano soltanto i carabinieri, soldati e polizia fanno giri di sorveglianza nel territorio,ma non dentro la base. Filo spinato ovunque …La Guardia Costiera ha ancora accesso al territorio, ci dicono che si trovano ancora le loro cose…Il responsabile di turno, Pietro Biancuzza di Lampedusa Accoglienza ci accompagne e si dimostra molto disponibile. Sulla domanda se la struttura è stata adattata per essere un centro di accoglienza (prima era una base NATO poi una base delle Guardia Costiera) dice che qualche lavoro hanno fatto, ma….c’è una muffa enorme….Lo stato della struttura non è buono per niente. Tutto pieno di materassi, sovraffollamento totale, lo dice anche lui – dormono dapertutto, anche nella mensa, nei corridoi, dice, che cercano di far entrare tutti, nessuno devo dormire fuori. La capienza secondo lui è di 220-250 persone (non 180 come ci ha detto l’OIM, ma ci sembra che 180 sarà giusta vedendo il posto che c’è), ora ci sono 430. Bambini, donne, nuclei familiari vengono messe nelle stanze più piccole. Gli altri stanno in dormitori vari. Nel pianoterra le donne devono però attraversare lo stanzone degli uomini per arrivare alle loro stanze. Ma i bagni sono separati, ci spiega Biancuzza. Qui NON si trovano tunisini. Nazionalità: pochi eritrei, Congo, Nigeria, paesi centro africani e Bangladesh (hanno una stanza grande insieme solo per loro. La Loran è previsto per nuclei familiari, gruppi vulnerabili, ma quando ci sono tanti diventa difficile. Poi Biancuzza ci conferma che vengono portati i primi sbarchi qui e poi viene riempito L’Imbriacola. Allora non può funzionare come previsto – la Loran come centro vulnerabile. Ora si trovano le persone dei primi due sbarchi di ieri (13.5.) alla Loran Prima venivano portato anche i minori tunisini qui, ma ora non più. Tutte le organizzazioni vengono pure qui (ACNUR, OIM…) – chiediamo se possono fare la richiesta d’asilo qui: “ogni tanto viene anche l’ufficio migrazione, si mettono nella mia stanza, ma non so che cosa fanno” – non ha la minima idea se i sui ospiti possono fare la richiesta e come funziona. Mediatori: francese, arabo, inglese. 1 medico, i infermiere h 24, dormono li, fanno turni settimanali, assistenti sociali nell’Imbriacola: 6-10, nella Loran 3-4. Possono essere aumentati quando c’è bisogno, dice Biancuzza. Psicologi ci sono 5 o 6 secondo lui per tutti e due i centri. I trasferimenti vengono fatti tramite navi militari e civili e anche tramite aerei, non sa le destinazioni – pensa che la prefettura decide dove vengono portati…Dice che ogni tanto le navi fanno anche diverse tappe e lasciano le persone in diversi posti d’italia. Possiamo dare un’occhiata: i corridoi, le stanzette, la mensa e i stanzone si trovano a pianoterra. Al primo piano c’è una grande stanza tipo corridoio che ora è piena di materassi, poi ci sono due corridoi con delle stanze più piccole. Ci sono due cortili: uno viene usato per giocare, stare fuori, per dare da mangiare (ognuno si prende il cibo – senza carne di maiale, ci rassicura) e mangia sui materassi o fuori. La mensa viene usato soltanto quando c’è posto. Nel secondo cortile si trovano 2 o 3 container con i bagni, è tutto pieno con il bucato messo nei cespugli, sulla recinzione…Dietro si vede il cimitero delle barche – hanno portato qui con i camion le barche dei migranti, sono tantissime. Dietro le barche la costa e il mare. Biancuzza dice che ha sentito che vengono portate via fra poco (può essere perché anche noi abbiamo sentito che il governo il 13 maggio ha promesso un milione di euro per lo smaltimento). Tutto sommato nonostante il sovraffollamento l’atmosfera è abbastanza tranquilla, i migranti ridono con noi, scherzano. Alcuni ci riconoscono dallo sbarco al molo. Ma si vede che la Loran non è adatta per ospitare tante persone. Di pomeriggio andiamo verso il porto per verificare se ci sono stato o avvisato altri sbrachi, ma la Croce Rossa (CRI)ci dice di no. Ci raccontano che ieri hanno chiesto una tavola rotonda con tutti gli interessati a Lampedusa per fare funzionare meglio la gestione degli sbrachi. Solo ieri hanno ricevuto per la prima volta il numero del CSPA! Un dottore ci dice che ci vuole una buona organizzazione e che lui spera da ora in poi funzionerà meglio. La settimana scorsa, alla prima visita mia a Lampedusa, la protezione civile ci ha detto che è compito loro di organizzare tutto. Sembra che la CRI non ne era tanto contento. Di pomeriggio osserviamo dal porto un strano movimento di due navi militari, ognuno accanto a un peschereccio di quelli arrivati tempo fa dalla Tunisia. Anche due altri pescherecci – uno trascinando l’altro – escono dal porto. Con il binocolo riusciamo a vedere che si trovano operatori (militari) con delle tute bianche sui pescherecci. Una signora ci riferisce più tardi che ha visto passare ad un’altra cala le navi militare con i pescherecci. Da chiedersi cosa stanno facendo con queste barche – affondarle in alto mare? Portarle via in altri posti per smaltirle? Spero…” Ci rechiamo un attimo a cala Pisana per vedere se il traghetto per il trasferimento è arrivato, ma ancora niente. Una signora che sta facendo un corso di teatro ci riferisce alle ore 20 di sera di aver visto passare il traghetto, non lo verifichiamo più. Passiamo anche al cimitero per vedere le nuove tombe dei tre morti dello sbarco della settimana scorsa. I funerali erano ieri. Si trovano al cimitero vecchio. I nomi dei morti non sono conosciuti. Per vedere il sevizio della CNN che ha girato sia durante gli sbrachi sia ai funerali vedete qui (in lingua inglese):
http://edition.cnn.com/video/#/video/world/2011/05/14/watson.italy.lampedusa.refuge.cnn?iref=allsearch
http://edition.cnn.com/video/#/video/world/2011/05/13/watson.italy.libya.refugees.cnn?iref=allsearch
Di sera ci troviamo tutti alla sede di Askavusa. Niente sbarchi, una serata finalmente serena. Judith Gleitze, forum antirazzista di palermo/borderline-europe/Francesco Sargentini, BSA