Minori stranieri non accompagnati, accoglienza insostenibile in Sicilia

Redattore Sociale: Il comune più colpito dai flussi è Augusta, che ne ha presi
in carico 150 al Palazzetto dello Sport. Altri 230 distribuiti nelle strutture
di Floridia, Portopalo e Priolo, al limite massimo della capienza. Graceffo,
Bordeline Sicilia onlus: “Andrebbero distribuiti in altre realtà italiane”.
PALERMO
– Le strutture di accoglienza per i minori stranieri non accompagnati in
Sicilia sono tutte stracolme e per fronteggiare il bisogno che continua a
crescere sono state allestite altre realtà provvisorie. Nell’ultimo periodo, a
fare i conti maggiormente con un flusso di minori stranieri straordinario è
stato il piccolo comune di Augusta, in provincia di Siracusa, che ha allestito
il suo Palazzetto dello Sport della frazione di Brucoli, accogliendo per il
momento 150 minori stranieri. Secondo quanto riferisce il comune, che in questo
momento è pure commissariato perché sciolto per mafia, oltre al palazzetto
comunale, altri 230 minori sono distribuiti nelle strutture di prima
accoglienza degli altri comuni vicini di Floridia, Portopalo (Pachino) e
Priolo, realtà che sono arrivate al massimo limite numerico per quanto riguarda
la loro capienza.

Il
comune di Augusta non riesce a gestire questo tipo di emergenza e per questo
lancia un appello affinché il flusso di giovani migranti non accompagnati possa
essere distribuito in altri luoghi. La situazione è insostenibile, infatti, sia
per gli abitanti di Augusta che stanno facendo il possibile che per
questi stessi ragazzi stranieri che hanno bisogno di tutto: vestiario,
medicine.

I
minori stranieri non accompagnati, subito dopo il loro arrivo e la presa in
carico da parte del comune, dovrebbero rimanere solo un paio di giorni, prima
di essere trasferiti nei posti Sprar, se sono richiedenti asilo, o nelle
comunità alloggio distribuite su tutto il territorio italiano e non solo
siciliano. Invece i tempi si allungano a dismisura e le comunità ospitanti sono
perennemente al collasso. Per questo motivo l’amministrazione comunale di
Augusta ha scritto al ministero del lavoro e delle politiche sociali,
informando anche il Ministero dell’interno “perché si crei una cabina di regia
centrale, che possa regolamentare lo smistamento dei minori in comunità del
territorio nazionale”. Nel caso di Augusta a causa delle note condizioni delle
casse comunali, il problema riveste anche una sorta di emergenza
nell’emergenza. Infatti secondo quanto prevede il piano di accoglienza dei
minori non accompagnati previsto dalla prefettura, i migranti minori sono a
carico del comune, sia quando sono ospitati in città, sia quando sono
trasferiti in centri d’accoglienza predisposti.

“Quello
dei minori è un problema che si ripropone periodicamente e che non si riesce a
risolvere – dice Germana Graceffo, di Bordeline Sicilia onlus -. In primo luogo
questi ragazzi dovrebbero, in tempi brevi, essere trasferiti in strutture
appositamente predisposte (Sprar e comunità alloggio), ma invece rimangono a
lungo in luoghi dove non dovrebbero stare a causa della mancanza dei posti sul
territorio. I centri siciliani sono strapieni ma il dovere dell’autorità
competenti dovrebbe essere quello di distribuirli in altre aree italiane –
continua la militante di Bordeline Sicilia -. E’ un sistema che non può
funzionare perchè non solo non offre garanzie idonee ma espone a tutti i
tipi di rischi i minori che scappano senza sapere cosa fare e dove andare. I
minori, accolti in strutture non adeguate, arrivano a starci anche 7 mesi, cosa
che non è ammissibile da uno Stato che parla di accoglienza”.

“Il
quadro siciliano poi delle comunità di accoglienza dedicate ai minori, sul
piano gestionale organizzativo, fatta eccezione per qualche centro, è molto
carente. Le deficienze maggiori sono in provincia di Agrigento, discrete le
strutture nel ragusano, buona quella presente a Mazzarino. Mancano spesso i
mediatori culturali e l’improvvisazione nell’Isola è all’ordine del giorno. I
ragazzi, inoltre, dovrebbero essere inseriti in percorsi di inserimento
scolastico o lavorativo che, in buona parte del casi, non avvengono”.
“Storicamente, poi, la gestione di questi centri per minori è affidata a
cooperative e realtà non sempre trasparenti da dove, spesso, purtroppo i minori
alla fine scappano. Quando, per esempio, ne inseriscono in alcune strutture in
massa anche 30, non sempre della stessa nazionalità, gli stessi poi si
disperdono scappando e liberando alcuni posti. L’inserimento, in strutture di
accoglienza di minori di diverse nazionalità crea inevitabilmente delle
tensioni che sfociano a volte anche in vere e proprie risse”.

I
minori stranieri non accompagnati che scappano, in transito per l’Italia,
rischiano di diventare, molto facilmente, facili prede di giri di sfruttamento
sessuale, traffico di organi e criminalità di vario livello. Il deputato
regionale del Megafono Gianbattista Coltraro ha presentato anche una mozione al
presidente della regione Rosario Crocetta “affinché si possa attivare da subito
la rete regionale per l’infanzia e l’adolescenza perché predisponga uno
specifico Piano regionale per i minori stranieri non accompagnati, con un
preciso iter procedurale, non di sola emergenza, bensì strutturato e
lungimirante, all’interno del quale, dopo una prima fase di soccorso temporanea
e di breve durata, in strutture preordinate, non arrangiate, segua un piano
preciso di collocazione dei minori stranieri non accompagnati”. (set)

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