MIGRARE PER VIVERE! FERMIAMO LA STRAGE!
Migrare è una
scelta per la vita: per sfuggire alla miseria o alla guerra, per costruire un
futuro per sé e per i propri famigliari. Tuttavia, purtroppo, attraversare le
frontiere, terrestri o marittime, vuol dire spesso vivere situazioni pericolose
e rischiare la vita. Le rotte migratorie nel mondo sono punteggiate di fosse
comuni e di tombe. Sono anche luoghi in cui migliaia di persone scompaiono nel
nulla ogni anno, lasciando i loro famigliari nell’angoscia dell’incertezza.
Succede al confine tra il Messico e gli Stati Uniti, lungo le piste del Sahara,
a Ceuta e Melilla, verso e all’interno della Cina, nel Mare Mediterraneo. Ma
anche lungo le frontiere che ancora separano l’Europa orientale da quella
occidentale e quelle che dividono i paesi dell’America meridionale.
Due luoghi, distanti geograficamente tra di loro, esemplificano questa
drammatica situazione.
Tra gli Stati Uniti e il Messico è stata costruita una barriera di separazione
di oltre mille chilometri, lungo la quale hanno perso la vita migliaia di
migranti. Ma ancor prima di raggiungere quel muro della vergogna, migliaia di
uomini e donne sono scomparsi lungo il tragitto.
Il Mar Mediterraneo, frontiera naturale tra l’Europa e il Maghreb, antico luogo
di incontro tra i popoli, è ora un cimitero marino. Il naufragio delle
cosiddette “carrette del mare” è diventato la normalità, addirittura sotto gli
occhi delle pattuglie della Nato. Negli ultimi 20 anni sono almeno 20 mila le
persone che hanno trovato la morte nel Mare Mediterraneo. E di molti altre non
si hanno notizie.
Queste politiche di morte, messe in atto dai paesi ricchi e agite tramite
strategie di respingimento e di chiusura delle frontiere, si traducono in una
feroce caccia e sterminio della gente in movimento.
È una strage quotidiana che molte associazioni e reti nel mondo da diversi anni
denunciano. Ma la gravità della situazione ci impone oggi unire i nostri
sforzi! Urge restituire la dimensione globale dell’eccidio che si sta
consumando lungo le frontiere di tutto il mondo. Urge che i popoli e i
lavoratori del mondo, dei paesi di origine, di transito e di destinazione
alzino le loro voci contro questa strage in atto.
Lo scorso anno, il 18 dicembre, diverse organizzazioni e reti si sono messe
insieme per realizzare la prima giornata d’azione globale contro il razzismo e
per i diritti dei migranti,rifugiati e sfollati. Vorremo che questo 18 dicembre
2012 si trasformi nuovamente in uno spazio unitario che amplifichi le voci di
tutti coloro che dicono
“MIGRARE È VITA! FERMIAMO LA STRAGE”.
Una giornata per contrastare le strutture e le politiche anti-immigrati degli
Stati, i primi responsabili di questa tragedia. Una giornata per affermare il
diritto a migrare e a non migrare, il diritto a stabilirsi e a non essere
sfollato forzatamente e alla libertà di circolazione. Una giornata un cui
ricordare che gli uomini e le donne morti nelle rotte migratorie avevano invece
scelto la vita e sognavano un mondo migliore per se e per i propri cari. Una
giornata in cui esigere notizie certe sulla migliaia di migranti scomparsi in
queste stesse rotte. Una giornata per affermare che finché c’è un migrante
scomparso, ci sarà una madre, un padre, una sorella, un amico, una compagna che
lo cercheranno.
VIVI SONO PARTITI, VIVI LI VOGLIAMO!
Sin dalla nascita del villaggio della “solidarietà” a Mineo abbiamo denunciato
la squallida operazione dell’ex ministro Maroni di sperimentare nuove politiche
segregazioniste anche per i richiedenti asilo in uno sperduto villaggio lontano
oltre 10 Km dal primo centro abitato e di dilapidare con l’emergenza Nordafrica
decine milioni di euro (6 milioni di euro l’anno solo per spese di locazione
alla spa Pizzarotti di Parma) . Denunciamo che il Cara di Mineo, luogo di
profonde sofferenze ( 7 manifestazioni di protesta all’esterno e numerosi casi
di tentato suicidio), ha rubato oltre un anno di vita a migliaia di migranti
che avrebbero potuto usufruire subito, in caso di diniego della richiesta
d’asilo, di un permesso di soggiorno per protezione umanitaria, soprattutto a
quelli che provenivano dalla guerra in Libia (l’85% delle operazioni belliche
provenivano da Trapani Birgi e da Sigonella), così come è avvenuto negli anni
scorsi a chi fuggiva dalla guerra in Afghanistan ed Irak.
Con la metà del denaro pubblico dilapidato si sarebbero potute accogliere,
moltiplicando i progetti SPRAR (Servizio di Protezione Richiedenti Asilo e
Rifugiati), altrettante persone in piccoli e medi paesi, favorendo il loro
progressivo inserimento sociale e lavorativo, invece dal marzo 2011 si è militarizzata
l’intera zona e si è arricchito chi sfrutta il lavoro nero nelle campagne
circostanti. Molti richiedenti asilo attendono ancora il permesso di soggiorno,
visti i numerosi e pretestuosi dinieghi con attese bibliche per i responsi ai
conseguenti ricorsi. Il prossimo 18 dicembre nella giornata di azione globale
contro il razzismo organizzeremo anche quest’anno un incontro di fronte al
megaCara della vergogna per la sua chiusura e facciamo appello ai migranti ed a
tutte le realtà solidali a costruire insieme un percorso di solidarietà e di
lotta per i diritti di cittadinanza e di asilo
martedì 18 dicembre dalle 15 alle 18
Incontro Interetnico di fronte all’ingresso del villaggio degli aranci di Mineo
rete antirazzista catanese, associazione volontari per la protezione civile
Astra-Caltagirone
comitato di base NoMuos NoSigonella (Ct), comitato NoMuos
ondeevitare-Caltagirone…
Continuare: Global Migrants Action