MIGRANTI IN PROTESTA A CALTAGIRONE, TUTTI GLI ANIMI ESASPERATI DALL’ATTESA INFINITA
I richiedenti asilo ospiti del centro Sprar “Il Geranio”, sito in via Rosario Pitrelli in una grande villa ben lontana dal centro abitato, stanno protestando da giorni per avere notizie dalla Commissione circa lo stato di avanzamento della richiesta di status di rifugiato. In tutta risposta, come si legge sull’articolo pubblicato da “La Sicilia” il 6 settembre, il sindaco del paese, Nicola Bonanno, e l’assessore ai Servizi Sociali, Chiara Gulizia, hanno inviato al Prefetto di Catania un documento con cui si avanza la richiesta d allontanamento per 11 cittadini nigeriani, responsabili, a quanto pare, di fomentare la protesta anche tra gli altri migranti ospiti del centro. A pochi chilometri di distanza, intanto, i migranti dello Sprar di Grammichele, gestito dalla cooperativa “ San Francesco – 4 ottobre”, membro, assieme a “Il Geranio”, della grande famiglia del Consorzio “Il Sol.co”, hanno ostruito con i contenitori dei rifiuti, si legge nel medesimo articolo, la strada per la contrada “Bisamore”.
I migranti avrebbero manifestato la propria frustrazione per i tempi di attesa lunghissimi, la mancata distribuzione del pocket money mensile (46,50 euro al mese) e il cibo immangiabile che viene loro distribuito.
Mi reco a Caltagirone intorno alle 11 del mattino, mi accoglie un ragazzo nigeriano in bicicletta e mi presenta a uno degli operatori che di solito lavora lì, ma che da qualche giorno vi si reca solo per distribuire beni di prima necessità. “Il centro è occupato”, mi spiega, “dopo le ultime proteste non possiamo più avvicinarci, abbiamo chiesto il trasferimento dei ragazzi più turbolenti che trascinano gli altri, ma stiamo ancora aspettando una risposta dalla Prefettura. Svolgere il nostro lavoro è diventato impossibile”. Dice che non mi può impedire di entrare e parlare con i ragazzi, ma me lo sconsiglia perché “sono molto agitati”. Ci spostiamo verso la vicina stazione di servizio e mi passa al telefono il responsabile del centro. Mi spiega che comprende la frustrazione dei migranti, ma che la mancanza di rispetto non è tollerabile, “noi non possiamo fare più di quello che già facciamo, la Commissione di Siracusa è impallata, stanno ancora esaminando i C3 del settembre 2013!”. Aggiunge inoltre che il centro, pur essendo nato come Sprar, ovvero destinato alla seconda accoglienza, ospita anche persone che nel novembre 2013 sono entrati come ospiti di prima accoglienza, dato che nei centri CAS non vi erano posti disponibili, e da febbraio 2014 sono passati automaticamente alla seconda fase. “ Sono state mescolate due fasi che richiedono procedure diverse, e questo non può che provocare problemi di gestione”, continua il responsabile, e mi spiega che i ragazzi vorrebbero essere trasferiti in centri del nord Italia, pensando che la procedura sia più celere. “Tra noi e loro si è interrotto un rapporto, non si fidano, ma nonostante questo continuiamo a portare loro tre pasti al giorno, prodotti per le pulizie e beni di prima necessità, in attesa che la situazione si sblocchi”.
Lo stesso pomeriggio, secondo quanto riferitomi telefonicamente questa mattina dalla dott.ssa Anfuso, responsabile dei centri Sprar per l’Assessorato ai Servizi Sociali di Caltagirone, un gruppo di richiedenti asilo si sarebbe presentato davanti agli uffici dell’Assessorato per chiedere ancora una volta notizie circa la data di audizione con la Commissione territoriale per il riconoscimento della protezione internazionale o un trasferimento immediato in altra struttura fuori dalla Sicilia, informazioni e provvedimenti che, sottolinea la responsabile, non possono essere presi direttamente dal Comune di Caltagirone .Tra i dimostranti, non tutti d’accordo ad essere trasferiti , sarebbe scoppiata una rissa, tenuta sotto controllo dalle forze di polizia e dai vigili urbani presenti, ma nel tentativo di dividere i due gruppi un poliziotto e un vigile urbano avrebbero riportato varie contusioni. Nel frattempo nel centro Sprar “Il Geranio”, secondo quanto descritto da “La Sicilia”, sarebbe scoppiata una rissa tra richiedenti asilo di due diverse nazionalità (Senegal e Nigeria), sedata grazie all’intervento di quattro agenti di polizia . La rivolta sarebbe poi continuata in tarda serata in via San Bartolomeo, la strada che porta alla struttura dello SPRAR, dove lo stesso gruppo di richiedenti asilo ha manifestato impedendo la regolare circolazione delle auto e infrangendo il parabrezza a un automobilista di passaggio su ponte San Bartolomeo. La dottoressa mi chiarisce che le proteste sono iniziate il 24 agosto e che l’Assessorato ai Servizi Sociali del Comune di Caltagirone attende una risposta della Prefettura in merito al trasferimento dei richiedenti asilo che si sono resi responsabili dei problemi descritti. “Per noi è molto difficile ottenere risposte precise dalla Commissione, la situazione sta diventando ingestibile e sarebbe auspicabile una soluzione immediata”.
Beatrice Gornati
Borderline Sicilia Onlus