L’OIM: I SIRIANI SBARCATI IN ITALIA RACCONTANO IL VIAGGIO VERSO L’EUROPA
OIM– Il numero di siriani giunti in Italia
via mare sta registrando un costante aumento e interessa in modo specifico le
coste della Calabria, Puglia e Sicilia. E’ questo il dato raccolto dai team
dell’OIM Roma che, nell’ambito di Praesidium – progetto realizzato insieme a
UNHCR, Save The Children e Croce Rossa italiana e finanziato dal Ministero
dell’Interno – sono presenti nelle tre regioni del Sud Italia per supportare
le autorità nell’accoglienza, assistenza e individuazione delle diverse
categorie di migranti giunti via mare e monitorare i centri di
accoglienza.“Nel corso del 2013 i siriani sbarcati in Italia sono stati
finora circa 2.800”, racconta José Angel Oropeza, Direttore dell’Ufficio di
Coordinamento OIM per il Mediterraneo. “In tutto il 2012 erano stati 582, mentre
nel 2011 furono 328”.Dai colloqui degli operatori OIM con i migranti sbarcati è
stato possibile ricostruire le diverse rotte da loro seguite dopo esser fuggiti
dalla Siria. Chi arriva in Sicilia percorre infatti un itinerario diverso
rispetto a chi giunge in Calabria e in Puglia.“I siriani che sbarcano in
Sicilia”, spiega Oropeza, “dopo aver lasciato il loro paese passano generalmente
per il Libano e la Giordania. Di lì raggiungono l’Egitto e partono poi verso
l’Italia. I trafficanti che organizzano il viaggio si fanno pagare dagli 8.000
ai 12.000 dollari”.“Chi arriva in Calabria e in Puglia”, continua il
Direttore OIM, “si dirige dai campi profughi verso la Turchia. Di lì una rete di
trafficanti fornisce passaporti falsi per una cifra che va dai 2.500 ai 6.000
dollari. Il viaggio ‘diretto’ dalla Turchia all’Italia costa 2-3.000 dollari ma,
trattandosi di una rotta molto lunga e pericolosa, spesso si opta per un
passaggio per la Grecia, da dove ci si imbarca per raggiungere le coste
italiane”. Dai quanto emerso dai racconti dei siriani, l’Italia è
generalmente considerata come un paese di transito: la loro vera meta è il nord
Europa (Germania, Svezia, Norvegia), e i trafficanti – durante tutto il percorso
– li rassicurano sulla possibilità di raggiungere la loro destinazione proprio
grazie ai passaporti falsi che gli sono stati forniti. “I dati che
abbiamo raccolto”, conclude Oropeza, “confermano ancora una volta come queste
persone siano vittime di trafficanti senza scrupoli che approfittano dei loro
drammi per arricchirsi, anche a costo di costringerli a viaggiare in condizioni
estremamente pericolose”.Si calcola che, dall’inizio del conflitto,
siano oltre un milione e mezzo i siriani fuggiti dal paese. La maggior parte di
loro si trova nei campi profughi di Giordania e Libano, che ospitano in totale
quasi un milione di persone. A partire dal 15 agosto sono stati invece oltre
42.000 i profughi che hanno varcato il confine siriano verso l’Iraq. L’OIM Iraq
ha facilitato il trasferimento di oltre 32.000 siriani, attraverso i punti di
confine di Sahela e Peshkhabour, verso sei campi profughi e due posti di
transito e, insieme all’UNHCR, si occupa di fornire alloggi temporanei nelle
tende e di distribuire acqua e generi di prima necessità nelle aree di
accoglienza.