Le deportazioni italiane con il sostegno di Frontex
Nonostante il fallimento del sistema degli hotspot sia sotto gli occhi di tutti, il governo rilancia l’apertura di altri centri: secondo le dichiarazioni del capo della polizia Gabrielli i prossimi saranno a Messina e Mineo. La Sicilia continua così a subire il pesantissimo processo di militarizzazione anche attraverso la detenzione di migliaia di migranti.
Capitalismo – Illustrazione di Francesco Piobbichi
Alcuni di loro arrivano addirittura a dire che sembra quasi non abbiano mai lasciato la Libia.
Certo non vengono violentati e torturati come nelle carceri libiche, non vengono uccisi con un colpo di pistola a sangue freddo, ma i tempi burocratici e le scelte delle istituzioni sono sempre più volti a creare degli invisibili e a non dare nessuna possibilità se non la fuga nella migliore delle ipotesi, oppure lavorare e morire nei campi di raccolta o per strada.
Nella peggiore delle ipotesi l’Italia deporta le persone nel silenzio di tutti. Operazioni che non sono raccontate dai media per non divulgare notizie che potrebbero mostrare la vera natura di governi e politici.
Illustrazione di Francesco Piobbichi
La scorsa settimana almeno trenta nigeriani arrivati a Lampedusa sono stati caricati su un aereo diretto a Roma Fiumicino, per poi cambiare mezzo ed essere portati a Lagos. Nessuna organizzazione umanitaria è a conoscenza del numero esatto delle persone rimpatriate, nessun politico conosce le dinamiche precise di queste operazioni.
L’Italia ha avviato una più stretta collaborazione con Frontex che ha sempre più poteri, e queste deportazioni sono figlie della risposta che il governo italiano vuole dare ai richiami dell’Europa che richiede più rimpatri da parte dell’Italia.
Frontex – Illustrazione di Francesco Piobbichi
Il governo, dopo “la circolare rastrellamenti”, doveva sistemare i nigeriani intercettati sul territorio, approfittando della coincidenza del volo organizzato da Frontex proveniente dalla Germania, con cui ha rispedito indietro almeno 30 persone arrivate da pochissimo passando dalla Libia, o da più tempo in Italia, ma rese invisibili e sfruttate dalle nostre leggi.
Deportazioni in piena regola, violenza che i migranti non finiscono di subire con la variabile che il destino delle persone riportate indietro non lo conosceremo mai.
Alberto Biondo
Borderline Sicilia Onlus