La stagione a Cassibile
Nonostante il clima piovoso già da alcune settimane centinaia di migranti sono affluiti nelle campagne di Cassibile per la stagione di raccolta delle patate. Quest’anno la tendopoli della CRI è di dimensioni ridotte (10 tende per 120 persone).
È stata costruita proprio a ridosso dell’uscita dell’autostrada, spianando un’area e tagliando alberi, il costo sarà di 90.000 euro per 70 giorni (dal 20/4 al 30/6). Da anni si aspettano le ultime settimane per provvedere ad un’accoglienza, sempre d’emergenza,, ma solo per poche decine di migranti “regolari”; una regolarità pretesa per offrire loro un posto letto, ma ignorata quando si tratta delle garanzie contrattuali e delle tutele sindacali. E’ drammatico che ciò si ripeta ogni anno in una terra dove 43 anni fa ci furono eroiche lotte bracciantili, che riuscirono a debellare a livello nazionale le piaghe delle gabbie salariali e del caporalato
Il mondo politico e sindacale cassibilese è capace solo di dividersi se sia più o meno pericolosa la tendopoli alla sicurezza degli abitanti del paese(?); l’incolumità dei migranti interessa a ben pochi, l’importante è che si facciano super sfruttare lavorando in silenzio e si rendano poco visibili in paese.
Il grosso dei migranti deve ancora arrivare, i 120 posti nella tendopoli sono già occupati ed i migranti, che non sono riusciti a trovare ospitalità fra i marocchini che vivono stabilmente a Cassibile, già sono costretti a dormire in qualche rudere abbandonato o all’aperto.
A Cassibile la maggioranza dei migranti sono regolari (rifugiati, richiedenti asilo, in attesa di rinnovo del permesso di soggiorno, da poco licenziati, alla ricerca di nuova occupazione), ma questa maggioranza con il passare del tempo viene spinta verso l’irregolarità (grazie a vergognose leggi razziali come la Bossi-Fini ed il “pacchetto sicurezza”), se non dimostra i contributi versati. Il principio di “Uguale salario per uguale lavoro” o diventa la bussola dell’associazionismo antirazzista e del sindacalismo conflittuale o la differenziazione etnica dei salari (quest’anno oscillano da 30 a 40 euro al giorno) può innescare fratricide guerre fra poveri, contrapponendo lavoratori italiani ai migranti e fra gli stessi migranti di diverse nazionalità, soprattutto in presenza dell’attuale devastante crisi economica. Rivendichiamo inoltre l’ottenimento del permesso di soggiorno per chi denuncia chi sfrutta il lavoro nero, ribaltando in senso estensivo i contenuti della direttiva europea n.52 del 18/6/’09.
L’anno scorso riuscimmo ad organizzare numerose iniziative a Cassibile (partenza della carovana dei diritti il 1° marzo, serata interetnica il 1° maggio, campagna “Io non assumo in nero” con la vendita delle patate socialmente eque) grazie alla partecipazione di alcune realtà antirazziste locali, rilanciamo pertanto l’appello:
ai GAS, ai GAP ed alle esperienze di consumo critico a sostenere la campagna di acquisto delle patate dalle ditte che rispettano le norme contrattuali; all’associazionismo siracusano a costruire insieme una presenza organizzata in difesa dei diritti dei migranti, nell’ambito delle iniziative regionali di presidii antirazzisti che già da mesi operano a Lampedusa, Mineo, Trapani
Rete Antirazzista Catanese