Illegalità e mancanza di trasparenza nel C.A.R.A. di Mineo ASGI e Borderline : Le criticità erano documentate e note alle autorità .
Comunicato stampa del 16 dicembre 2014
Quattromila richiedenti asilo in un centro da 1.800 posti e oltre un anno di attesa per vedere la propria domanda di protezione esaminata dalla Commissione esame delle domande di protezione internazionale .
Sono queste le gravi e sistematiche violazioni dei diritti fondamentali che i richiedenti asilo continuano a subire nel C.A.R.A. di Mineo e che associazioni come A.S.G.I. sezione Sicilia e Borderline Sicilia denunciano da anni, ora riscontrate anche dalle recenti indagini di “Mafia capitale” che investono la gestione del centro di accoglienza.
Le medesime denunce sono state affermate dalle associazioni sin dalla istituzione del CARA di Mineo, nel 2011, e sono state inserite anche nel rapporto “Il diritto alla protezione”, pubblicato nel giugno 2011, finanziato con Fondi comunitari ed edito dallo stesso Ministero dell’Interno che, dunque. ne era informato.
“Il perdurare di tali gravi inadempienze confermano la nostra inziale contrarietà alla creazione del C.A.R.A. di Mineo” – affermano le associazioni – “in quanto operazione meramente speculativa e clientelare, quanto mai lontana da un sistema di reale accoglienza e integrazione dei richiedenti asilo, che può essere perseguito solo attraverso progetti di piccole dimensioni, diffusi sul territorio, secondo uniformi criteri e direttive, e previo controllo dei requisiti degli enti di gestione e della formazione del personale”.
A.S.G.I. sezione Sicilia e Borderline Sicilia
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Di seguito una scheda sintetica su alcune criticità riscontrate nel CARA di Mineo e da tempo denunciate
Una delle maggiori criticità relative alla procedura è la mancata consegna dei documenti previsti dalla normativa nazionale e comunitaria.
In primo luogo, a nessuno dei richiedenti asilo viene comunicato per iscritto il provvedimento con il quale il Questore, nelle ipotesi previste dalla legge, dispone l’invio del richiedente asilo presso il Cara. Ne consegue che l’ accoglienza viene disposta in maniera illegittima, e che la stessa si protrae ben oltre i tempi stabiliti dalla legge. Inoltre, al momento della formalizzazione della domanda di protezione internazionale, ai richiedenti non vengono rilasciati gli attestati nominativi che certificano la qualità di richiedenti asilo, né successivamente, al termine del periodo normativamente previsto per l’accoglienza, rispettivamente di venti o trentacinque giorni a seconda dei casi, vengono rilasciati i permessi di soggiorno per richiesta asilo.
I documenti non vengono rilasciati nemmeno a seguito della proposizione dei ricorsi davanti al Tribunale, in quanto viene richiesto dall’Ufficio della Questura presso il Cara il provvedimento di sospensiva del giudice, che solitamente interviene dopo diversi mesi.
La mancata consegna degli attestati nominativi e dei permessi di soggiorno pregiudica gravemente, sia l’effettivo esercizio del diritto di difesa, tra cui l’accesso al gratuito patrocinio, sia la possibilità di lavorare regolarmente, con il conseguente proliferare del lavoro nero e del caporalato nelle campagne circostanti il centro.
Inoltre, i richiedenti lamentano la carenza del servizio di informazione e orientamento legale, che dovrebbe provvedere – in base allo schema di appalto del Ministero dell’Interno – oltre che alle “informazioni di base sulla normativa in materia di immigrazione ed asilo”, e a all’ “informazione sui servizi (socio-sanitario, legale etc.) di cui è possibile usufruire dal momento dell’inserimento nel centro (ivi comprese le modalità e i tempi per accedervi con l’indicazione degli orari e spazi adibiti)”, anche al “supporto al richiedente asilo nella ricostruzione della memoria personale e sostegno nel recupero della documentazione relativa alla sua storia, alla preparazione del richiedente asilo per l’audizione dinnanzi alla Commissione territoriale e all’assistenza ed orientamento nel disbrigo delle pratiche amministrative” (specifiche tecniche integrative del capitolato relative all’appalto di servizi e forniture per la gestione dei centri di accoglienza per richiedenti asilo).
Altra grave criticità è la mancata erogazione da parte dell’ente gestore del pocket money di € 2,50, con ulteriori gravi dubbi sulla trasparenza e gestione dei finanziamenti pubblici.
Altrettanto grave è la carenza, o comunque inefficacia, dei controlli sulla gestione del Cara di Mineo, cui istituzionalmente è preposta la Prefettura, che non ha mai convocato il Consiglio Territoriale, come richiesto dalle associazioni di tutela degli immigrati, per discutere delle criticità e carenze da noi esposte.
Per contatti
A.S.G.I. Sezione Sicilia
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Borderline Sicilia Onlus
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