Il parroco: darò agli italiani bisognosi parte dei soldi ricevuti per i migranti
Redattore Sociale – Don Beniamino Sacco, sacerdote di Vittoria (Ragusa) devolverà ai concittadini il 10% dei 30 euro al giorno per l’accoglienza di ogni straniero sbarcato dalla Libia. I fedeli approvano, “e i migranti capiscono che siamo in un paese in cui non si può avere tutto”. VITTORIA (RG) – Non c’è una sola emergenza, ma due. Don Beniamino Sacco, prete della parrocchia del Santo Spirito di Vittoria, nel ragusano, lo sa bene: “Il 10 per cento dei 30 euro che riceviamo per l’accoglienza dei migranti li daremo alle famiglie bisognose del nostro territorio” ha annunciato.
Nella comunità del “Buon samaritano”, legata alla parrocchia, sono ospitati 170 persone: 40 sono arrivati negli sbarchi di questi giorni, gli altri sono nella città da tempo e hanno trovato un letto e un pasto da don Beniamino. Gli stranieri presenti nel comune ragusano sono circa 12 mila, per la maggior parte romeni e tunisini. “Qui nello stesso luogo ci sono migranti che scappano dalla disperazione e vanno aiutati e nostri concittadini che non riescono a finire il mese o forse neanche a iniziarlo – spiega il sacerdote – questi soldi potremmo impiegarli per migliorare la struttura, ma non ci sentiremmo con la coscienza a posto con le grandi sofferenze che patiscono molti nostri fratelli”. I fedeli hanno approvato la decisione del parroco: “I loro sguardi mi hanno rassicurato” dice don Beniamino.La crisi ha travolto Vittoria, città di 63 mila abitanti, che ha vissuto per anni quasi soltanto di agricoltura: l’80 per cento della popolazione lavora in campagna, tra le serre che producono il pomodoro ciliegino. “È un gesto di carità che ha anche una funzione pedagogica. I migranti comprendono che siamo in un paese in cui non si può avere tutto e i cittadini capiscono che l’immigrazione non è una bestia nera, è anche una risorsa”.Don Beniamino da 25 anni gira tra le campagne di Vittoria per aiutare i migranti sfruttati dai caporali: poche lire per una giornata di lavoro sotto il sole cocente. “Possiamo parlare di tante cose, ma senza la giustizia, la dignità, i diritti non si va da nessuna parte. Qui ci sono ancora dei signorotti che trattano questi lavoratori come bestie. È inaccettabile, è necessario un intervento istituzionale. Non ho mai voluto diventare un don Chisciotte”. (Giorgio Ruta)