I superstiti: «Paghiamo anche mille euro per venire a morire»

dal Manifesto
di Daniela Sammito
Sono stati ospitati al Centro di soccorso e prima accoglienza di Pozzallo i 164 migranti, tutti di origine eritrea, sopravvissuti al tragico sbarco sulla spiaggia di Contrada Pisciotto, a Sampieri, nel quale hanno trovato la morte 13 persone. Le operazioni di identificazione sono iniziate solo in tarda serata, per l’esigenza di assicurare prima a tutti i profughi giunti nell’ex hangar del porto di Pozzallo coperte e cibo. Tra di loro ci sono delle mamme con bambini tra i tre e quattro anni.

Gli ausiliari della Protezione Civile, che avevano prestato soccorso sin dal mattino recandosi sulla spiaggia, raccontano lo strazio di una giornata comiciata con la notizia della morte di alcuni migranti: «Sapevamo già, quando in dodici siamo partiti verso Sampieri, che c’erano dei morti. Ad alcuni di loro abbiamo dovuto chiudere gli occhi, prima di coprirli con le coperte che avevamo portato con noi. Vedere che erano volti di ragazzi giovanissimi, quelli che stavamo coprendo per sempre, è stato un strazio che non dimenticheremo mai». Un’operatrice parla di un ragazzo riverso a terra, inizialmente creduto morto, che lei ha sentito lamentarsi. Aveva perso i sensi per la stanchezza, una volta toccata terra, ed è stato soccorso e portato in ospedale. «Al centro, nel pomeriggio, – dicono – è arrivata una mamma con due bambini piccoli. Piangeva perché il suo primo figlio, di 12 anni, appena giunto a riva, era fuggito ed era stato dato per disperso. Lo credeva morto. Dopo alcune ore, la polizia, che lo aveva ritrovato nelle campagne tra Sampieri e Modica, lo ha portato al centro, dove la madre lo ha potuto riabbracciare tra le lacrime».
L’osservatorio sulla migrazione Borderline Sicilia, commentando la notizia dell’ultimo arrivo sulle nostre coste, del cui esito tragico vengono accusati i presunti scafisti, avverte che questi ultimi sono la pedina di un meccanismo che impedisce l’arrivo in Italia legalmente: «Nessuno si chiede perchè questa gente parte. Perchè rischia di morire in mare. Gli scafisti sono solo gli esecutori materiali. I mandanti sono coloro che hanno fatto della disperazione dei migranti il loro business. I presunti scafisti sono solo bassa manovalanza. Quelli che intascano il denaro non salgono certo sui barconi. Le famiglie si indebitano fino al collo nella speranza di far partire il figlio, spesso vendendo la casa, per fargli avere un futuro e una vita migliore in Europa». Il «biglietto» per imbarcarsi su una bagnarola che, dalle coste della Libia dovrebbe portare in Sicilia costa tra i 300 e i 1000 euro. E, con questo biglietto, si va a morire. «Il sistema normativo attuale è fondato sulle leggi europee che impediscono a chi fugge dalle guerre, dalla miseria e dalle carestie di arrivare in Italia legalmente. I veri responsabili sono coloro che hanno legiferato per rendere l’Europa una fortezza inespugnabile, creando norme che trovano adesso la loro iniqua applicazione sulla pelle delle persone», denuncia Borderline: «Quello che ci si deve chiedere, ora, per uscire dalla trappola dei luoghi comuni, è perchè questa gente mette a rischio la propria vita, decidendo di attraversare il Mediterraneo su delle bagnarole? La risposta è nel sistema normativo che regola l’immigrazione. Non ci sono corridoi umanitari, che consentano a chi fugge dalle guerre di arrivare in Europea legalmente. Non sono previsti visti da rilasciare a chi scappa dalle persecuzioni».
I morti che vediamo sulle spiagge – per l’osservatorio sulla migrazione – sono solo una piccola parte delle vittime di questo sistema perverso, che si alimenta dell’intransigenza della legge da un lato e della disperazione umana dall’altro: «I morti nel Mediterraneo di cui non sapremo mai niente sono innumerevoli. Questo è un sistema che costringe la gente a morire. A mettersi in mare, e a morire».
Il sindaco di Scicli, Franco Susino, ha lamentato l’immobilità del Governo nazionale sulle problematiche relative agli sbarchi, che sistematicamente interessano le coste della Sicilia sud-orientale. Considerazioni che anche il sindaco della vicina Modica, dove sono stati ricoverati i dieci migranti che necessitavano di cure ospedaliere, si è sentito di condividere. A Scicli e Modica oggi sarà giornata di lutto cittadino.
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