DOVERI DI ACCOGLIENZA E PROTEZIONE INTERNAZIONALE : VERSO LA FINE DELL’EMERGENZA NORDAFRICA ?
Convegno organizzato da Università degli Studi di Palermo –
Dottorato di ricerca in “Diritti Umani. Tutela, evoluzione e limiti”
Associazione Borderline Sicilia – Osservatorio contro le
discriminazioni razziali “ Noureddine Adnane”
Programma
Introduzione e moderazione dei lavori
Prof. Fulvio Vassallo Paleologo ( Università di Palermo ): Dall’accoglienza
umanitaria allo stato di eccezione.
Interventi:
Dott.ssa Judith Gleitze ( Borderline Sicilia
Onlus/Borderline-Europe)
Dott.ssa Diana Pisciotta ( Osservatorio contro le
discriminazioni razziali “ Noureddine Adnane”)
Dott. Raffaele Lupo ( Protezione civile – Regione Sicilia)
Dott. Claudio Lombardo ( ARCI – Caltanissetta)
Avv. Paola Ottaviano ( del Foro di Modica)
Avv. Gaetano Pasqualino (del Foro di Palermo)
Avv. Daniele Papa ( del Foro di Palermo )
Malgrado la diminuzione sostanziale degli arrivi di migranti
sulle coste italiane, solo il 20 per cento rispetto allo scorso anno, si
continua a praticare una politica di emergenza proprio quando si annuncia che i
finanziamenti dello stato alla protezione civile, per gli interventi sulla cd.
emergenza immigrazione nord africa (ENA), cesseranno, se non arriveranno altre
proroghe, al 28 febbraio 2013. E l’emergenza che lo scorso anno si
“concentrava” sull’isola di Lampedusa si trasferisce, per effetto delle scelte
del governo uscente, su quelle strutture di accoglienza dove vengono trasferiti
i migranti, dopo settimane di blocco a Lampedusa, persone già esasperate da una
lunga attesa in un limbo giuridico intollerabile ed in condizioni di
trattenimento contrarie alla dignità della persona umana. Nel mega CARA (
centro di accoglienza per richiedenti asilo) di Mineo, dove al massimo
potrebbero trovarsi 1800 migranti, si è arrivati nei mesi scorsi ad oltre 3000
persone, e molti attendono da oltre un anno di una decisione sulla loro
richiesta di asilo.
Non è chiaro soprattutto quali strutture di accoglienza potranno
continuare ad operare dopo il 28 febbraio 2013, data fissata dal governo Monti
per la fine degli interventi di emergenza “Nordafrica”( ENA), senza altre
prospettive e allo stesso tempo tagliando le diarie destinate al mantenimento
dei richiedenti asilo (da 46 a 35 euro pro capite al giorno). . Per alcune di
queste strutture di accoglienza si profila il rischio della chiusura, con
l’abbandono di quelle persone che non hanno ancora definito le lunghissime
procedure amministrative per il rilascio del permesso di soggiorno e dei titoli
di viaggio. Di certo, come rilevato in numerosi rapporti, manca ovunque una
informazione legale adeguata specificamente rivolta ai richiedenti asilo e le
possibilità di ricorso contro eventuali decisioni sfavorevoli sono assai
ridotte anche per la crescente difficoltà nell’accesso al patrocinio a spese
dello stato. E dunque forte il rischio che, di fronte alle prevedibili proteste
che stanno ancora proseguendo, la fine dell’accoglienza dei migranti
richiedenti asilo si trasformi nell’ennesima questione di ordine pubblico, da
risolvere con l’impiego della polizia.
In attesa del nuovo parlamento e di una nuova normativa occorre
modificare le prassi applicate dalle autorità amministrative. Nel corso del
convegno si svolgerà un confronto sulle prospettive concrete che si possono
indicare per :
provvedere al rapido trasferimento (24-48 ore) dei migranti che
giungono a Lampedusa verso veri centri di accoglienza, nel territorio
nazionale, e non solo verso il mega-Cara di Mineo, al fine dell’esame sollecito
delle posizioni giuridiche individuali;
riconoscere nel più breve tempo possibile un permesso di
soggiorno per protezione internazionale o per protezione umanitaria a tutti i
migranti che sono stati costretti a lasciare la Libia a seguito della guerra e
delle conseguenze che ancora oggi si riscontrano in quel paese ai danni dei
potenziali richiedenti asilo;
ristrutturare e finanziare un sistema di accoglienza decentrata
dei rifugiati e dei richiedenti asilo diffusa su tutto il territorio nazionale,
raddoppiando il numero dei posti nei CARA, con la chiusura del megacentro di
accoglienza per richiedenti asilo di Mineo, e la sollecita definizione di tutte
le richieste di asilo e dei ricorsi ancora pendenti davanti ai tribunali;
finanziare il passaggio delle competenze dalla protezione civile
ai comuni, trasferendo dal ministero dell’interno alla Conferenza stato-regioni
la competenza della distribuzione dei richiedenti asilo su tutto il territorio
nazionale;
evitare di sottoporre migranti e richiedenti asilo, subito dopo
l’ingresso nel territorio nazionale, a forme spurie di trattenimento amministrativo
in luoghi come stadi, palestre, capannoni di vario tipo, definiti centri di
prima accoglienza, ma nei quali in assenza di provvedimenti formali notificati
individualmente si potrebbe configurare una detenzione arbitraria;
facilitare l’integrazione lavorativa dei richiedenti asilo e di
coloro che hanno conseguito uno status legale come previsto dalla Direttiva
comunitaria 2003/9/CE;
garantire informazione ed assistenza legale ai richiedenti asilo
per la presentazione della domanda e durante la procedura di asilo, senza
limitare l’accesso delle associazioni di tutela ai luoghi nei quali gli stessi
richiedenti asilo sono accolti o trattenuti;
consentire l’esercizio tempestivo di un rimedio giudiziario
effettivo ai richiedenti che ricevono un diniego della propria domanda di
protezione internazionale;
garantire l’accesso ai diritti di difesa ed al patrocinio a
spese dello stato, diritti che, presso alcuni tribunali, come quello di
Catania, soffrono pesanti limitazioni;
individuare soluzioni credibili che garantiscono l’avvio dei
percorsi di integrazione, dopo la fine dell’accoglienza nel sistema dei centri
di accoglienza/CARA.