Dignità – diario tunisino del Forum Sociale Mondiale a Tunisi

Diario da TUNISI di Francesca di Pasquale

La prima volta della Tunisia e la prima volta di tutta l’area arabo islamica: il FSM 2013 è prima di tutto questo, il debutto dei tunisini e di larga parte del mondo arabo nella grande macchina del social forum. Nel primo giorno dei workshop l’orgoglio tunisino, dei protagonisti della rivoluzione è in primo piano. Così come la lotta palestinese, la battaglia ‘araba’ per eccellenza alla quale sarà dedicata la marcia finale di sabato 30. Voci multiple di arabi che hanno fatto la rivoluzione, dei femminismi islamici e laici, delle liberazioni coloniali e neocoloniali, dove le istanze arabe si fondono con quelle delle battaglie contro l’austerità e il ‘nuovo’ ordine mondiale.

Ma nella grande macchina, dove ci si perde spesso, fisicamente e idealmente, è difficile trovare la sintesi. O almeno un percorso per un ragionamento politico di lotte comuni. Ed emergono le contraddizioni: dai 30 euro di ingresso per gli attivisti internazionali a fronte di facoltosi patrocinanti, e più in generale una economia da forum ‘umanitario’ in un paese che collassa economicamente e socialmente. Nel cuore della grande macchina emergono le grandi ONG e organizzazioni della ‘società civile’ internazionale per le quali l’attivismo è carriera, le dinamiche sociali sono nello sfondo, appena accennate.

Ma il viaggio nella Tunisi lanciata verso il protagonismo internazionale è anche la scoperta delle miriadi di realtà dal basso che vedono il Social Forum non soltanto come canale importante per amplificare le loro voci ma anche come opportunità di cambiamento. C’è uno scambio continuo fra politica locale e istanze sociali, dalle lotte degli universitari ai minatori del sud del paese, dai rappresentanti del fronte popolare, uniti dopo la morte di Choukri Belaid, agli anarchici che rifiutano l’istituzionalizzazione del forum.

E forse può stupire che alla fine dei conti, fra tutte queste voci, nel flusso di istanze internazionaliste da tutto il mondo, al FSM 2013 le folle si accalcano per ascoltare l’islamista ‘moderato’ Tarik Ramadan. Così come la partecipazione di Ennahda attraverso varie associazioni. Gli amici tunisini, d’altronde, non hanno dubbi: se si va alle elezioni fra pochi mesi, gli islamisti vinceranno ancora.

Fra i grandi temi nei quali è diviso il Forum, tutta la zona A è dedicata all’immigrazione. Dalla militarizzazione delle frontiere alla libertà di movimento, dal razzismo verso i sub sahariani nei paesi di transito alla politica sicuritaria europea: centinaia di workshop su questi e altri argomenti, con la partecipazione di tutti i grandi attori internazionali per i diritti dei migranti. Noi eravamo per lo più lì, in cerca di nuovi interlocutori ma anche di collegamenti per le lotte di oggi, in Tunisia e in Sicilia. Dalla teorizzazione del nemico comune cercavamo un discorso sull’oggi: continuano a sfilare i familiari dei dispersi nella rotta che dalla Tunisia porta alla Sicilia e il loro dolore trova poca accoglienza. E dopo aver sentito i tanti studiosi, attivisti, rappresentanti del Parlamento europeo descrivere con precisione e abbondanza di dati della situazione dei rifugiati in tutto il mondo, i rinnegati del campo di Choucha, ultime vittime della guerra di Libia in terra tunisina, sono qui come fantasmi: arrivati fra mille difficoltà dopo aver superato i blocchi di polizia ed esercito tunisini, per loro non c’è il pass dell’attivista internazionale. Protestano fuori, ma dopo due anni di deserto e di procedimenti umanitari ACNUR sono lo specchio della disumanità ripetuta verso chi non esiste nelle mappe politiche ed economiche del sistema internazionale.

Francesca Di Pasquale, Laboratorio Zeta (dal sito www.kom-pa.net)