Cpa di Pozzallo ormai al collasso, riunione in Prefettura per l´emergenza migranti.

da Corrierediragusa.itLa difficile situazione al Cpa di Pozzallo e l´emergenza migranti è stata al centro del tavolo tecnico convocato dal Prefetto Annunziato Vardè. Era una riunione già programmata ma che è risultata di estrema attualità alla luce di quanto successo nell´ultima settimana a Pozzallo dove si sono registrati due sbarchi che hanno contribuito ad intasare il Centro di prima assistenza. Il prefetto Vardè ha confermato che la struttura adiacente al porto è ormai satura e che grazie alla collaborazione con l´amministrazione comunale è stato possibile mettere a disposizione degli ultimi immigrati arrivati nella mattinata di domenica la palestra dell´Istituto commerciale.
Si tratta di una sistemazione che dovrebbe essere temporanea ma comunque adatta a risolvere il primo problema dell´impatto dello sbarco. La situazione a Pozzallo resta sotto attento controllo e la Polizia tiene sotto osservazione i due centri dove ora sono ospitati i migranti in attesa che il ministero dia indicazioni sulla successiva sistemazione. La riunione di oggi è servita anche a verificare le procedure di accoglienza dei minori stranieri non accompagnati grazie all’aiuto che sarà garantito dall’associazione «Save The Children e dalla Croce Rossa Italiana nell’ambito del progetto «Praesidium» .La «Fondazione San Giovanni Battista» ed «Emergency Onlus» hanno illustrato i progetti a valenza territoriale ammessi a finanziamento in provincia di Ragusa.Lo sbarco di domenicaSe sull´isola di Lampedusa non c´è più posto per gli immigrati, la stessa cosa si sta verificando anche a Pozzallo, dove, in mattinata, una motovedetta della Guardia Costiera ha trasbordato sulla terraferma altri 92 immigrati, sedicenti somali. Un numero ben superiore alle 200 unità è ospitato al centro di prima accoglienza, e, ieri, per la prima volta dopo tanti giorni, a nessun immigrato è stato permesso di uscire (almeno per il primo pomeriggio) dal centro di permanenza temporanea del porto. Ben visibili, invece, erano i due pullman parcheggiati davanti all´ingresso degli uffici della Dogana. In queste ore, l´ordine è quello di sfoltire e di trasferire presso altri centri, in Sicilia, i migranti che, da più giorni, soggiornano all´interno del presidio portuale. Almeno la metà degli africani, ospiti del centro, lasceranno la città marittima per essere trasferiti, con molta probabilità, presso il Cara (Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo) di Mineo.I 92 immigrati (di cui 16 donne) giunti nella mattinata sono stati raggiunti da una nave battente bandiera del Panama, la «Gaz Energy». Il soccorso è avvenuto in acque maltesi, a 150 miglia circa dall´isola di Lampedusa, e la richiesta degli immigrati è stata eloquente: “Vogliamo andare in Italia”. Il comandante della «Gaz» ha subito allertato la Capitaneria di porto di Lampedusa e i militari maltesi. Da Lampedusa è partito, alla volta del cargo, una motovedetta della Guardia Costiera, la quale, su ordine della Centrale operativa delle Capitanerie, a Roma, ha virato verso lo scalo ibleo, consegnando, una volta giunti a terra, il folto gruppo di immigrati a poliziotti e carabinieri.Le condizioni delle persone giunte a Pozzallo non hanno destato alcun problema. I «classici» problemi di disidratazione sono gli unici accusati dal gruppo, ma nessuna persona ha dovuto ricorrere all´ambulanza che, anche ieri, è rimasta parcheggiata davanti al centro di prima accoglienza. Il personale medico ha svolto diligentemente le operazioni di servizio. “Nessun problema, stanno tutti bene” ha sentenziato il medico incaricato dalla Guardia Costiera di Pozzallo, Vincenzo Morello.Da quanto riferito, pare che il barcone (una carretta del mare lunga neanche 15 metri, pensate a quanti e quali rischi si va incontro pur di approdare dall´altra parte del continente!) navigasse da due giorni. Rifocillati, gli immigrati hanno sostato davanti alla macchina fotografica degli inquirenti. Subito dopo, sono partiti gli interrogatori per capire se, fra i 92 africani, vi fossero gli scafisti. Tutti hanno chiesto asilo politico. “C´è la guerra e la fame, dalle nostri parti. Non vogliamo una vita di stenti” hanno detto, parlando in lingua inglese, appena giunti a Pozzallo.Molti avrebbero pagato un prezzo esiguo rispetto alle somme chieste ad inizio estate. Pare che qualcuno abbia pagato anche con vari oggetti d´oro. Bracciali e collane, tutto «fa brodo» per gli scafisti, i quali, sovente, chiudono un occhio quando si tratta di imbarcare persone verso l´Italia. Basta pagare, dollari o collane in oro, non fa differenza.La situazione, poi, nel nord-Africa non lascia dormire sonni tranquilli. Si teme una nuova ondata, specie dopo le rivolte che stanno interessando paesi come Egitto, Libia e Tunisia. Si teme in città, in sostanza, un altro 2007, l´estate «più calda» per quanto concerne gli sbarchi nel territorio di Pozzallo. Anche tre sbarchi, qualcuno ricorderà, nel giro di ventiquattro ore. Un´ondata che non potrebbe finire con la chiusura del periodo estivo ma che potrebbe protrarsi ben oltre la fine di settembre.http://www.corrierediragusa.it/articoli/cronache/pozzallo/22939-pozzallo-come-lampedusa-scoppia-di-clandestini-il-centro-di-prima-accoglienza-del-porto.html