Cie galleggianti: arriva l’esposto, aperta un’inchiesta
Video di Enrico Montalbano
La Procura di Palermo ha aperto un’indagine sui Cie galleggianti, ovvero le due navi che ancora stazionano nel porto di Palermo con circa trecento tunisini a bordo, da settimane illegalmente detenuti. La decisione del procuratore aggiunto Leonardo Agueci, che coordina l’indagine, e’ arrivata dopo la presentazione di un esposto presentato questa mattina da alcuni esponenti del movimento antirazzista palermitano. Tra i nomi dei firmatari della denuncia ci sono quelli del professor Fulvio Vassallo Paleologo (giurista e membro dell’Asgi), Judith Gleitze (di Borderline Sicilia, che in questi mesi ha costantemente monitorato la situazione a Lampedusa) e poi Pietro Milazzo (Cgil Sicilia) e Anna Bucca (Arci).
L’esposto segnala che i tunisini reclusi sulle navi nel porto di Palermo sono illegalmente privati della liberta’ personale, senza diritto di difesa e senza la convalida di un giudice. E chiede di fare chiarezza sulla presenza dei sei minori a bordo e di una donna incinta, come denunciato ieri pomeriggio dalla parlamentare del Pd Alessandra Siragusa e dal deputato regionale dei democratici Pino Apprendi, dopo la visita sui Cie galleggianti, a margine della manifestazione al porto dei movimenti antirazzisti palermitani. Di seguito riportiamo uno stralcio dell’esposto, in cui si chiede di fare chiarezza anche sui pestaggi avvenuti a Lampedusa ai danni di un attivista canadese e di recluso tunisino ancora in coma all’ospedale di Palermo.
Estratto dell’esposto alla Procura della Repubblica di Palermo sulle violazioni commesse ai danni dei tunisini reclusi sui Cie galleggianti
“Si chiede che la Procura della Repubblica voglia verificare i fatti esposti e accertare se abbiano luogo ipotesi di reato; in particolare, se i cittadini stranieri trattenuti a bordo delle tre navi, AUDACIA, MOBY FANTASY e MOBY VINCENT si siano trovati, ovvero si trovino, in una condizione di illecita limitazione della libertà personale ovvero se sussistano i presupposti per l’ipotesi di reato di violenza privata; se nei loro confronti siano stati adottati e notificati provvedimenti amministrativi che giustifichino tale privazione della libertà personale da parte delle autorità di polizia e se tali provvedimenti restrittivi siano stati sottoposti tempestivamente al vaglio giurisdizionale nei termini imposti dalla vigente normativa interna e europea; se sussista, in relazione alle date dei provvedimenti indicati, con particolare attenzione alle date di emissione e di notifica degli stessi, l’ipotesi di reato ex art. 476 del Codice penale, falsità materiale commessa dal Pubblico Ufficiale in atti pubblici; se sussistano ipotesi di reati in relazione alle condotte poste in essere in aperto contrasto con l’esercizio del diritto di difesa, manifestamente limitato quando non del tutto negato; se esistano ipotesi di reato per la illecita detenzione di minori di cui non si è certi se accompagnati o meno; se esistono ipotesi di reato per le percosse ricevute dal cittadino straniero Naji Hsen ancora ricoverato presso l’ospedale di Palermo e per l’operatore umanitario Alexander Georges colpiti da ignoti nell’isola di Lampedusa, nei giorni successivi al rogo nella struttura di Contrada Imbriacola”. (sulla pagina facebook del giurista Vassallo Paleologo si puo’ scaricare il testo completo dell’esposto e adattarlo a situazione analoghe di illegittima detenzione in altre parti d’Italia)
Intanto il ministro dell’Interno Roberto Maroni, che questa mattina e’ intervenuto in un’audizione alla commissione parlamentare infanzia, ha fatto sapere che Lampedusa e’ stata dichiarata “porto non sicuro”. Il che significa che fino a contrordine i naufraghi soccorsi in mare saranno sbarcati in altri porti, verosimilmente a Porto Empedocle, in provincia di Agrigento, come accaduto la settimana scorsa il giorno dopo i pestaggi. Maroni ha anche fornito i dettagli del nuovo accordo con la Tunisia, che prevede 10 voli settimanali da 50 passeggeri l’uno, contro i due voli settimanali da 30 posti l’uno che prevedeva l’accordo di aprile. Ma il 23 ottobre in Tunisia si vota per l’assemblea costituente e bisognera’ vedere se il nuovo esecutivo confermera’ l’accordo.
Quel che e’ certo e’ che i vertici della compagnia di navigazione Moby hanno fatto sapere che il ministero dell’Interno ha pagatoil noleggio delle navi che oggi funzionano come Cie galleggianti, fino al 31 dicembre. E visto che nei Cie si susseguono con una frequenza senza precedenti fughe e rivolte, non c’e’ da escludere che quello di Palermo sia solo un esperimento di cui vedremo presto le repliche. Anche per questo e’ importante che la magistratura dica la sua.