Che aria tira nel megaCara di Mineo?
Trascorso il caldo mese di Ramadan a Mineo la situazione all’esterno sembrerebbe tranquilla (anche in seguito al trasferimento “volontario” in altri Cara di oltre 400 richiedenti asilo, che avevano partecipato alle combattive proteste nei mesi scorsi). Tutti sono in attesa del cambio gestione del centro, visto che dall’1/9 settembre il consorzio di cooperative sociali, aderente alla Lega Coop, Sisifo ha vinto la gara d’appalto, ma ancora molti servizi (come la cucina, il cui costo giornaliero è di euro 17.000 al giorno, quasi 10 euro al giorno per migrante ) sono ancora gestiti dalla CRI. Su questo consorzio vorremmo sottolineare alcune questioni, già denunciate dal giornalista Antonio Mazzeo:—Il consorzio “ha dato origine a LampedusaAccoglienza, la società a responsabilità limitata che dal giugno 2007 gestisce il Centro di soccorso e prima accoglienza (CSPA) di contrada Imbriacola, a Lampedusa. Si tratta della struttura-lager dove vengono stipati in condizioni semidetentive i migranti in fuga dalle guerre e dalle crisi socio-economiche che imperversano nel continente africano. Quindici chilometri più distante sorge l’ex base militare USA “Loran”, convertita in albergo-prigione per oltre duecento adolescenti, anch’esso gestito dal personale della Srl in mano a Sisifo. Il potente consorzio “rosso” può contare su fatturati multimilionari grazie all’offerta, fatta alla Regione Sicilia e agli enti locali, di un ampio ventaglio di interventi sanitari e socio-assistenziali a favore di diversamente abili, minori, anziani, tossicodipendenti e malati terminali. Un radicamento sul territorio che consente di mobilitare, all’occorrenza, clientele e pacchetti di voti a favore di politici di centro destra e centro sinistra. Uno di essi, Nunzio Parrinello, eletto alla Provincia di Catania nelle file degli “autonomisti” del governatore Lombardo, è finito nelle maglie della recentissima inchiesta giudiziaria sulla mala gestione dei servizi sociali nella Sicilia orientale, insieme a una settantina tra amministratori, funzionari e operatori del privato assistenziale. Secondo l’accusa ci sarebbero stati una serie di appalti truccati nella gestione di alcuni servizi, a favore dei soggetti più svantaggiati. Gli affidamenti avvenivano sempre per trattativa privata e con sovrafatturazioni che consentivano ampi margini di “guadagno” a sodali e intermediari.
Tra gli indagati del maxi scandalo compare pure il rappresentante legale della cooperativa Città del Sole di Catania, Antonino Novello, membro del Cda del Consorzio Sisifo e dirigente regionale LegaCoop. Consigliere regionale dell’Unione italiana ciechi, Novello è stato un fedele sostenitore delle campagne di tesseramento del Psi (area Salvo Andò, ex ministro della Difesa). Guai in vista pure per il vicepresidente di Sisifo e odierno amministratore delegato di LampedusaAccoglienza, Cono Galipò. La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Patti ne ha chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di truffa aggravata e continuata per la gestione del centro per richiedenti asilo di Sant’Angelo di Brolo (Me). Secondo gli inquirenti, Galipò avrebbe trattenuto gli ospiti nel centro dopo il rilascio dei permessi di soggiorno, procurando al consorzio Sisifo un “illecito profitto” stimato in 468.280 euro + Iva. L’udienza preliminare è fissata per il prossimo 18 ottobre” (Articolo pubblicato in Left – Avvenimenti, n. 36 del 16 settembre 2011).
Speriamo che i migranti con questo cambio gestione, visti questi guai giudiziari, non finiscano dalla padella alla brace! Intanto i drammatici problemi che da mesi denunciamo sostanzialmente persistono:
— I richiedenti asilo hanno diritto nello schema di capitolato per i Cara ad un contributo di 5 euro ogni 2 giorni più a schede telefoniche, collegamenti ad internet e sigarette, invece nel megaCara di Mineo, sin dall’inizio a marzo non è stato mai dato alcunché, la condizione d’indigenza pertanto è cresciuta, vedremo se con la nuova gestione il problema verrà al più presto risolto; ciò non toglie che tutti i richiedenti asilo, a partire dal primo giorno di “accoglienza”, avrebbero diritto a ricevere i contributi economici arretrati . Sarebbe vergognoso che, dopo che si dilapida allegramente denaro pubblico (vedi affitto alla Pizzarotti), ci si riduca a risparmiare proprio sulla pelle dei migranti. Conosciamo casi di migranti, che non hanno potuto usufruire da molte settimane del permesso di soggiorno perché non hanno il denaro per pagarselo, ma intanto rimangono inutilmente nel centro sprecando tempo prezioso per ricongiungersi con i familiari e cercare un lavoro.
—Il collegamento con bus navetta con Mineo finalmente non è più a pagamento; la ditta Simili per mesi ha fatto pagare ai migranti un biglietto A/R di 2 euro, ma la maggioranza non avendo denaro è stata costretta a raggiungere Mineo a piedi. Adesso c’è un bus di 50 posti, sempre della ditta Simili, che parte la mattina e ritorna da Mineo alle 12, senza corse pomeridiane; quest’unico bus costringe i migranti a lunghe file e la stragrande maggioranza (a Mineo sono oltre 1800 i richiedenti asilo) rimane a piedi ; perché non si aumentano i collegamenti con corse anche il pomeriggio? Potenziando le corse si evita sia il viaggio a piedi e si previene la possibilità che qualcuno prenda qualche prodotto dei terreni circostanti.
Da mesi denunciamo che questa scellerata esperienza del megaCara di Mineo, in attuazione delle disumane politiche governative, nei fatti moltiplica, anziché prevenire, le emergenze. Quando da mesi si lascia i richiedenti asilo senza quel po’ di denaro (previsto per legge) , i partiti xenofobi cominciano a cavalcare la protesta fra gli agricoltori creando l’allarme sicurezza, che sta contagiando anche le amministrazioni comunali circostanti. Il cerchio si chiude con l’indifferenza dei media nel monitorare le quotidiane violazioni dei diritti umani dei migranti, senza tentare di comunicare con loro e con le associazioni solidali. Sin da marzo ininterrottamente abbiamo promosso numerose attività (sportello legale, distribuzione di dizionari e vestiti, animazione musicale, incontri interetnici e da luglio, grazie ai medici della Lila, assistenza sanitaria), ma l’attenzione dei media è stata quasi inesistente, tranne quando il 25/7 nella giornata LasciateCI Entrare è entrata una frettolosa e superficiale delegazione di parlamentari.
Come Rete Antirazzista Catanese, insieme a varie realtà solidali, sin dall’inizio di questa dispendiosa e clientelare avventura abbiamo proposto che la strada di una reale accoglienza è diametralmente opposta a quella di un centro di segregazione lontano dai centri abitati; moltiplicando i progetti SPRAR nei paesi del calatino ed in tutta la Sicilia, con costi molto più ridotti, si favorirebbe una reale inserimento sociale dei migranti, così come da anni avviene a Riace ed in alcuni paesi della Locride; invece in questi mesi si sono scaricate sulla pelle dei migranti (di 37 nazionalità) l’incapacità e l’impossibilità di gestire un megaCara , creando ed esasperando le tensioni per poi reprimerle militarmente ed innescare così fratricide guerre fra poveri nel calatino.
CHIUDERE IL VILLAGGIO DELLA « SOLIDARIETA’ » IN TEMPI RAPIDI E’ POSSIBILE E PER I MIGRANTI E’ NECESSARIO!
Rete Antirazzista Catanese