A proposito, come stanno i lampedusani?
Bello scoprire che almeno per il mese di agosto il turismo sembra essere tornato qui su Lampedusa: voli pieni, spiagge lottizzate da centinaia di asciugamani stesi al sole, e il corso del paese, via Roma, nuovamente passerella protagonista dello struscio serale. Sembra che tutto sia tornato come prima, ma in realtà, anche a chi è qui per la prima volta, è subito chiaro che qualcosa di nuovo c’è. L’esodo degli immigrati? No, “quelli sono sempre venuti”, ci racconta una voce isolana, e allora cos’è? “È lo Stato” ci rispondono, “quando ne hai veramente bisogno non c’è, quando invece non ne hai bisogno ce ne è troppo”. Corrucciando un po’ la fronte e grattandoci la testa cerchiamo di capire che storia è mai questa. Inizia persino a farsi avanti il sospetto che questi lampedusani siano difficili e proprio irriconoscenti: sono loro che hanno chiesto più presenza delle forze dell’ordine e di non essere abbandonati da soli sull’isola e adesso dicono che ci sono troppi militari. Un’apparente contraddizione che evidentemente per essere capita ha bisogno di essere arricchita da nuove variabili: turismo, crisi economica, immagine. Un incontro con una persona del posto ci aiuta a capire meglio cosa sta succedendo: Entriamo in un negozio di autonoleggio e chiediamo un motorino. Il proprietario, un uomo sulla trentina, risponde con una faccia sconsolata: “Ho dato via l’ultimo e questi due qui me li hanno appena sequestrati per 60 giorni.” Poi sfogandosi racconta: “I Carabinieri ti bloccano agli incroci in cinque e fermano i turisti senza casco. Non hanno capito che io guadagno solo in questo mese per tutto l’anno. È questo l’aiuto che ci danno. Ma a febbraio dove erano? Dove erano quando c’erano migliaia di rifugiati per strada? Quando eravamo da soli, gli abbiamo dato tutto. Coperte, giacche e li abbiamo fatti dormire nei nostri furgoni e nei nostri magazzini. Da parte dello Stato ci siamo sentiti abbandonati. Pensa che non potevo aprire più casa perché dietro di me avevo 50 persone che mi guardavano. Ho girato persino con una pistola finta di plastica in tasca per far vedere che ce l’avevo. Noi abbiamo dato le coperte e loro hanno dato fuoco alla casa della fraternità. Era gente che era uscita direttamente dalla galera tunisina.” Poi da ultimo chiediamo se la situazione ora è migliorata: “No, per niente. I politici non fanno niente, sia di destra , che di centro che di sinistra. Sarà sempre cosi, anche l’estate prossima… “. Usciamo dall’officina del nostro amico con la testa piena di pensieri, prendiamo le nostre biciclette e all’incrocio, mentre ci domandiamo quanto potrà pesare la militarizzazione di un paesino sul turismo, diamo la precedenza a due camionette dei carabinieri… Nelle prossime settimane cercheremo di approfondire meglio l’attitudine dei lampedusani verso i cambiamenti degli ultimi mesi cercando il più possibile di portare le voci della popolazione locale. In più porteremo un aggiornamento regolare sulla situazione degli sbarchi e della permanenza nei centri. Per quanto riguarda gli ultimi due giorni non c’è stato alcuno sbarco mentre si registrano alcune difficoltà per alcune associazioni che danno servizi di informazione legali sulla procedura della richiesta d’asilo a continuare ad entrare e lavorare nei centri di prima accoglienza.
Julika Brandi &Giulio Montemauri, Forum Antirazzista di Palermo