A Lampedusa incendi dolosi e tentativi di alzare la tensione.
Borderline Sicilia esprime solidarietà e vicinanza all’associazione Askavusa e alla sindaca Giusi Nicolini, entrambi nell’ultimo periodo oggetto di tentativi di intimidazione volti ad ostacolare l’importante lavoro che, su più fronti, portano avanti sull’isola in un momento così delicato. Nei giorni scorsi Giusi Nicolini, dopo aver detto in un ‘intervista che si augurava che le persone arrivassero vive a Lampedusa, è stata attaccata su un sito internet con minacce di morte ed insulti razzisti e fascisti, contro i quali ha già sporto querela. Ieri sera un incendio doloso ad una barca recuperata dai ragazzi dell’ass. Askavusa, destinata alla creazione di un luogo della memoria, ed un biglietto con minacce mafiose.
Riportiamo il racconto di quanto accaduto ieri sera a Lampedusa.
Ieri intorno alle 24:30 riceviamo la chiamata da parte di
Damiano Sferlazzo che
ci dice che è avvenuto un incendio ad uno dei barconi messi in
custodia nella
Casa della Fraternità, ci dirigiamo sul luogo, l’incendio già è
stato domato
dal corpo dei vigili del fuoco, presenti sul luogo anche i
carabinieri, il
parroco e il vicesindaco.
Subito i vigili del fuoco comunicano ai carabinieri che l’incendio è stato
provocato da qualcuno in quanto
le barche sono prive di batterie e l’incendio non poteva avere
principio da un
corto circuito elettrico, perciò l’incendio ha una natura
dolosa. Le condizioni
della barca non sono delle migliori, la cabina è carbonizzata la
coperta è in
discrete condizioni insieme al resto della barca. Verso la fine
dell’operazione
di spegnimento alcuni vigili del fuoco controllano l’area della
casa della
fraternità trovando un volantino con su scritto ” NO AI
CLANDESTINI LIBERI
SULL’ISOLA. U CAPISTI…. ALLA PROSSIMA.. GRUPPO ARMATO
LAMPEDUSA LIBERA”. E’ chiaro che dopo le varie tensioni registrate negli ultimi
giorni tra denunce
di scasso fatte ai carabinieri da parte di cittadini e
intenzioni di creare un
gruppo di ronde per vigilare l’isola e tra le dichiarazioni di
gruppi neofascisti
contro il sindaco Giusi Nicolini, Lampedusa sta vivendo
l’ennesima orribile
pagina di violenza e intolleranza verso il migrante. Intolleranza
creata a
tavolino dalle più alte istituzioni con la assoluta intenzione
di fare di
Lampedusa un luogo dove le persone stanno in prigionia in
condizioni
assolutamente disumane, distruggendo gli equilibri della
comunità locale non
più con lo spirito di tolleranza ma con il rischio di creare
fazioni razziste
pronta a difendere l’isola con i denti.
Proprio ieri, ad un anno esatto dagli scontri tra Tunisini e un
gruppo di
Lampedusani, mentre si inaugurava a Roma una importante mostra
al Museo
Etnografico Pigorini dove l’associazione Askavusa presentava una
installazione
di Giacomo Sferlazzo e Costanza Ferrini “La parola è bussola” e
si
parlava della costituzione di un luogo della memoria a Lampedusa
, un gruppo di
vigliacchi dà alle fiamme una delle barche che l’associazione ha
recuperato,
grazie anche al contributo della fondazione Migrantes e l’aiuto
della parrocchia
di Lampedusa per la costituzione di un luogo della memoria a
Lampedusa.
In questi giorni si sono registrate tensioni con i 40 tunisini
presenti nel
centro, si sono verificati scassi e furti di motorini, ma a
quanto pare non ci
sono certezze sugli esecuratori di questi piccoli crimini. Come
associazione
siamo sempre favorevoli alla libera circolazione degli individui
e pensiamo che
quello che stia accadendo a Lampedusa sia l’ennesimo tentativo
di alzare la
tensione tra i lampedusani e i migranti, pensiamo che con questi
numeri esigui
dovrebbe essere facile gestire la situazione, visto anche la
massiccia presenza
di forze dell’ordine sull’isola. Noi continuiamo ed andiamo
avanti come abbiamo
sempre fatto, affermando nuovamente che ci possono essere
visioni diverse e
contrastanti, sull’immigrazione come su altre questioni, ma non
tolleriamo atti
di intimidazione da nessuno e non temiamo nessuno , specialmente
i vigliacchi. Giacomo Sferlazzo, Ass. culturale ASKAVUSA, Lampedusa