Salina Grande – report del 15/09/2012
Tornate a Salina
Grande dopo un periodo di assenza notiamo subito che il clima è molto più teso
di come lo avevamo lasciato a giugno. Oltre alla solita camionetta dei
Carabinieri, troviamo all’interno della struttura anche diversi militari e un
veicolo della Guardia di Finanza. Non è difficile
capire che questa atmosfera desolante all’interno del C.A.R.A più che agli
acquazzoni di fine estate sia da attribuire a questa fitta presenza delle forze
dell’ordine che vediamo passare e ripassare nel cortile esterno.
L’intensificazione
dei controlli esterni all’interno del centro potrebbe essere dovuta ai
frequenti scontri di cui eravamo già stati testimoni nei mesi passati che sono
sfociati in una vera e propria rivolta lo scorso luglio. Salina Grande e il suo
centro di accoglienza per rifugiati e richiedenti asilo erano già stati
scenario di scontri sia tra i richiedenti asilo che tra questi e le forze
dell’ordine. Lo scorso luglio invece siamo stati avvisati di una vera e propria
rivolta, sedata addirittura con lacrimogeni lanciati all’interno del centro di
accoglienza. La causa scatenante sarebbe dovuta alla frustrazione continua dei
richiedenti asilo che permangono mesi o anni all’interno di una struttura che
più volte è stata definita come inappropriata[1]. Con il passare del tempo le condizioni sono
ulteriormente peggiorate e come se tutto questo non bastasse lo scontento si è acuito a causa del diverso
trattamento che viene riservato a determinati richiedenti asilo rispetto ad
altri. È innegabile che vi siano casi risolti prima di altri, domande di asilo
accolte in tempo relativamente breve, in correlazione con il paese di
provenienza del migrante che richiede protezione internazionale, ma è
inammissibile che questa discriminazione venga inasprita anche dal trattamento
discriminatorio che alcuni operatori del centro hanno nei confronti di certi
ospiti. Nell’ultimo anno era scoppiato il caso dell’”invasione” nordafricana
che si era risolta con un’estenuante vessazione dei tunisini presenti nel
C.A.R.A; questa volta di migranti provenienti dalla Tunisia ne troviamo pochi,
alcuni dei quali proveniente dal CIE di Vulpitta.
Oltre al
rafforzamento del controllo da parte delle forze dell’ordine troviamo un’altra
novità: la struttura di proprietà della curia
-dove alloggiavano parecchi migranti e richiedenti asilo in attesa del
tesserino per entrare nel centro di accoglienza – è stata chiusa e murata
affinchè nessuno possa può trovarvi riparo. Non si conosce il motivo di questa
decisione, anche se non è difficile credere che si tratti di una ritorsione nei
confronti di quei migranti che vi alloggiavano e che spesso si dividevano il
pasto con i richiedenti asilo del C.A.R.A. . Resta comunque il problema dei
migranti e richiedenti asilo che permangono fuori dal centro di Salinagrande
nelle fabbriche abbandonate che circondano tutta l’aria delle saline, dove si
vedono lenzuola, coperte e oggetti personali che testimoniano che queste
strutture fatiscenti siano abitate.
Diana Pisciotta
[1] http://palermo.repubblica.it/cronaca/2011/11/26/news/immigrati-25627861/