Immigrazione, 4000 arrivi in 36 ore. Sos accoglienza da tutta la Sicilia

La Repubblica – Il flusso è
incessante e le strutture di accoglienza sono al collasso. Il sindaco di Porto
Empedocle e quello di Catania lanciano l’allarme e sollecitano un’azione più
incisiva del governo e della Ue. Sono oltre 4000 gli immigrati arrivati in
Sicilia nelle ultime 36 ore. E dopo i 2500 salvati ieri, è stata un’altra
giornata complicata per i militari impegnati nelle operazioni di ricerca e
recupero dei barconi in difficoltà. Gli ultimi immigrati sono stati tratti in
salvo questa sera dalla nave Bergamini del contingente Mare Nostrum: 453
persone, tra cui 24 donne e 37 minori.
La
Guardia costiera era già intervenuta in precedenza per salvareo quasi 700
persone in due diverse operazioni nel Canale di Sicilia, nelle acque antistanti
Lampedusa, a circa 40 miglia dalla costa. Il primo intervento è stato effettuato
da una motovedetta, che ha salvato 94 migranti successivamente trasbordati
sulla nave Diciotti. Sulla stessa unità sono stati fatti salire altri 580
migranti, salvati da tre motovedette sempre della Guardia costiera di
Lampedusa. Un altro barcone con circa 400 migranti è stato individuato da
un’altra motovedetta della Guardia costiera grazie alla segnalazione di un
peschereccio italiano.

Ma l’ondata di sbarchi favorita dal bel tempo mette in
crisi le strutture di accoglienza di tutta l’isola: a Porto Empedocle (guarda le
immagini
) il sindaco Calogero Firetto lancia l’allarme:
“Siamo radicalmente fuori controllo, in un dramma disumano. Le chiacchiere
si sprecano, la credibilità delle istituzioni europee e dei governi è
vacillante. Ormai siamo di fronte a numeri insopportabili”. Secondo
Firetto anche la Sicilia sta diventando intollerante verso gli immigrati (#Vivavoce /
Ascolta l’audio
).Stamattina è giunta poco prima delle 9 al porto
di Catania la nave Peluso della Guardia costiera con a bordo 266
migranti, compresi 30 minori e 19 donne. Erano stati soccorsi ieri durante una
traversata a bordo di un barcone in difficoltà nel Canale di Sicilia. Anche il
sindaco di Catania, Enzo Bianco, interviene per chiedere aiuto: “I Comuni
allo stremo non sono più in grado di fronteggiare un’emergenza di così vaste
proporzioni e lo sforzo va distribuito sul territorio nazionale. Chiediamo al
governo nazionale di dichiarare lo stato d’emergenza. Inoltre, con la
presidenza di turno, chiediamo di invitare tutti i Paesi dell’Unione ad attuare
il pattugliamento costante del Mediterraneo con le relative operazioni di
soccorso e assistenza. La Sicilia rappresenta il confine dell’Europa, non
soltanto dell’Italia”.

Oggi è approdata ad Augusta, in provincia di
Siracusa, la nave San Giorgio della Marina militare, con 1.251 immigrati
soccorsi tra giovedì e ieri, nell’ambito dell’operazione “Mare
Nostrum”. Ed è arrivata a Palermo la corvetta “Sfinge” con a bordo 367
migranti
, 52 dei quali sono minori non accompagnati.

Trapani

Si è
chinato a baciare per tre volte la terra non appena sbarcato al porto di
Trapani dal mercantile “Jigawa” – battente bandiera moldava – che,
nella notte tra giovedì e venerdì lo ha soccorso, a circa 120 miglia a sud di
Lampedusa, insieme ad altri 190 migranti provenienti dall’Africa subsahariana.
A lanciare l’sos, con una chiamata al comando generale della Capitaneria di
Porto di Roma da un cellulare satellitare, erano stati gli stessi migranti che
stavano cercando di raggiungere le coste siciliane a bordo di due gommoni. I
nuovi arrivati, 176 uomini, 11 donne, di cui una incinta, 3 neonati e un minore
non accompagnato, sono in buono stato di salute e saranno ospitati nelle
strutture di accoglienza del territorio trapanese, dove, nelle ultime ore è
stato aperto un altro centro. Salgono così a 27 le strutture che, a oggi,
accolgono nel trapanese 2100 migranti a cui si sommano i circa 400 ospiti dei
centri Sprar e i 50 extracomunitari reclusi al Cie di Milo. “In queste ore
– ha detto il prefetto Leopoldo Falco, al porto per coordinare la macchina dei
soccorsi – l’ondata dei nuovi arrivi è imponente. I mercantili che
soccorrono i migranti non possono andare oltre la Sicilia e i ponti aerei non
ci sono. La nostra Regione come al solito lavora per tutti e anche Trapani sta
facendo la sua parte”. Ancora una volta il Prefetto si è soffermato
sull’aspetto di criticità legato alla presenza di un’unica Commissione per il
riconoscimento dello status di rifugiato. “Per gli immigrati –
ha detto – i tempi di attesa sono in media di oltre un anno e questo è inaccettabile,
servirebbe almeno una seconda commissione e fino a quando non otterremo questo
risultato avremo le giuste proteste dei migranti”. (Testo e foto di
Maria Emanuela Ingoglia)