L’Umberto I di Siracusa: il punto di vista dell’impresa a cui è affidata la gestione
A seguito alla visita della parlamentare Sofia Amoddio
avvenuta lo scorso 7 Luglio, e a seguito delle denunce delle irregolarità nella situazione riguardante l’accoglienza presso l’Umberto I, centro di transitoper i migranti
che sbarcano quotidianamente sulle coste del siracusano, abbiamo contattato
Giampiero Parrinello, responsabile della Clean Service di Siracusa, impresa di
pulizie alla quale è affidata la gestione dei servizi d’accoglienza della
suddetta struttura.
Il signor Giampiero, stanco delle notizie che circolano
sulla struttura e non contento di una pubblicità negativa emersa dalle
informazioni riportate dai mass media locali, che addebiterebbero esclusivamente
alla gestione della Clean Service i problemi sollevati, ci spiega che l’Umberto
I di Siracusa – che precisa come non si tratti né di SPRAR, né di un CIE, CARA
o CSPA – era già stato affidato alla loro gestione durante l’Emergenza Nord
Africa a partire dall’ 1 luglio 2012 tramite la Protezione Civile. A partire
poi dal novembre 2012, in
vista della fine dell’Emergenza (prevista per il 31 dicembre dello stesso anno)
l’impresa ha raggiunto un accordo con la Prefettura in virtù del quale
attraverso un verbale di affidamento del singolo ospite loro forniscono il
relativo servizio. Al momento non esiste dunque una convenzione né un
contratto. Pertanto, non esiste un termine di scadenza dell’accoglienza
affidata alla Clean Service, che resta alla mercè delle disposizioni impartite
dalla Prefettura.
Il Signor Giampiero ci informa che la Clean Service si
occupa di fornire alloggio, pasti ( attraverso un servizio di catering esterno)
e vestiario in situazione di prima accoglienza e che gli ospiti destinati alla
struttura dovrebbero permanere per il tempo strettamente necessario alla loro
identificazione per poi essere trasferiti presso altre strutture più idonee. Ma
nella realtà dei fatti gran parte degli ospiti, in luogo di quei 2- 3 giorni
necessari all’espletamento di tali procedure, permangono anche per mesi interi.
Il signor Giampiero riferisce di essere in difficoltà
nel gestire la struttura e ciò perché oltre ai tempi non ben definiti di
permanenza degli ospiti presso la struttura, non è presente un servizio di sicurezza in pianta stabile, così come non
esiste un servizio legale né è prevista la presenza di mediatori culturali.
Ancora ci riferisce che le difficoltà derivano anche dalla presenza di numerosi
minori non accompagnati – ad oggi in numero di 15 – che non potrebbero neanche
essere accolti all’interno della struttura. Ancora, la Clean Service lamenta il
ritardo nel percepire il pagamento delle loro spettanze per il servizio reso ed
in particolare che, se per l’accoglienza di un minore presso un servizio SPRAR
la diaria ammonta a circa 70 euro per ciascun ospite, l’impresa dell’Umberto I
ne percepisce appena 25.
Le difficoltà poi
riguardano anche il numero degli ospiti presenti e la gestione degli ingressi e
delle uscite dalla sede d’accoglienza. Sebbene i nuovi arrivati vengano dotati
di tesserini che permettono loro di uscire e rientrare all’interno della
struttura ed i pasti vengano serviti attraverso un modulo di
identificazione, non sono infrequenti
gli allontanamenti volontari dei migranti dalla struttura, circostanza che
costringe la conta quotidiana degli ospiti e le relative informazioni da
inoltrare alla Prefettura. Il sig. Parrinello lamenta inoltre che molti ospiti
non si premurano di utilizzare il proprio tesserino ed altri fanno rientro al
centro dopo essersi allontanati per lungo tempo. Infine, ci riferisce che sono
diversi i minori non accompagnati che
dopo il loro collocamento presso altre strutture sul territorio
regionale, avrebbero fatto ritorno all’Umberto I.
La redazione di Borderline Sicilia