Incessanti gli arrivi sulle coste siracusane

Lo scorso 2 settembre alle ore 19.00 un imbarcazione con 106
migranti a bordo è arrivata presso il Porto Grande di Siracusa dove i migranti
sono stati soccorsi dalla Guardia di Finanza. A bordo anche il corpo di una
donna deceduta 2 giorni prima. Il gruppo, composto da 23 donne, 34 minori e 48
uomini è di nazionalità siriana e sirio-palestinese.

Un altro arrivo via mare è avvenuto nella notte tra il 2 e
il 3 settembre. L’imbarcazione da cui era partita una richiesta di soccorso è
stata raggiunta da una motovedetta della Capitaneria di Porto di Pozzallo che
ha effettuato il trasbordo dei migranti e li ha condotti presso le strutture
del porto di Siracusa intorno alle 4.00 del mattino, dove sono stati poi
effettuati i primi accertamenti sanitari. A bordo 93 persone, tra cui 28 uomini,
19 donne e 46 minori. Il gruppo è composto da sirio-palestinesi e sarebbe
presente tra gli adulti anche un numero non ancora accertato di cittadini
egiziani.

Lo stesso giorno un altro gruppo di migranti è stato
rintracciato dalle Forze dell’Ordine presso la costa di Avola (SR). Si tratta
di 188 migranti, anch’essi di origine sirio-palestinese, tra cui 96 uomini, 36
donne e 56 minori.

Tutti i migranti sbarcati sulle coste del Siracusano
sarebbero stati poi accompagnati presso le strutture dell’ex Umberto I di
Siracusa.

Uno dei dati che emerge sempre più vistosamente è la
presenza negli ultimi arrivi di migranti provenienti dalla Siria ma in realtà
di origine palestinese, i primi ad aver tentato di lasciare la Siria. Si tratta
di coloro che fuggiti dalla Palestina hanno vissuto per anni nei campi profughi
siriani e sono costretti adesso ad abbandonare il paese in quanto i campi
profughi sono stati massivamente attaccati. Si tratta dunque di casi
doppiamente vulnerabili, in quanto
migranti già rifugiati, costretti a dirigersi verso altri paesi dove
cercare protezione internazionale.

Un’altra segnalazione riguarda la sorte dei migranti
egiziani, sbarcati il 2 settembre, i quali sarebbero stati accompagnati presso
il CSPA di Pozzallo, struttura per altro nota in passato per il trattenimento
dei cittadini destini al rimpatrio. Il pericolo è pertanto che da lì vengano
immediatamente rimpatriati senza ricevere opportuna informazione legale e,
dunque, senza la possibilità che i singoli casi vengano esaminati
individualmente nel rispetto delle procedure d’asilo. Infatti,
anche se gli ultimi Egiziani adulti sono stati destinatari di un provvedimento di
respingimento differito, sottraendosi alla sorte dei connazionali rimpatriati
nelle scorse settimane, il pericolo che queste persone possano ritrovarsi
dentro i CIE italiani senza adeguata tutela legale, conferma come in Italia l’accesso
alle procedure di riconoscimento delle protezioni internazionali sia un diritto
non “concesso” a tutti.

La Redazione di Borderline Sicilia Onlus