Il caso “SALAMIS” – tentativo di un respingimento in Libia
Il telefono squilla a mezzanotte, tra il 4 ed il 5 agosto. Un’amica greca ci racconta che sta per succedere l’ennesimo respingimento di migranti. Un mercantile greco,battente bandiera liberiana, ha soccorso 102 migranti in avaria a circa 46 miglia dalla costa libica. Il M.R.C.C. (Centro di coordinamentodi ricerca e soccorso in mare) di Roma, che inizialmente ha dato l’ordine alla “Salamis” di soccorrere i migranti, ordina al mercantile di riportare i migrantiin Libia.
Correttamente il comandante si rifiuta. La Libia rimane un paese non sicuro per migranti e rifugiati. Solonei 2012 l’Italia è stata condannata dal CEDU per i respingimenti in Libia commessinel 2009. Il comandante prende la sua rotta prevista per Malta dove deve scaricare sia la sua merce sia i migranti. Ma viene bloccato per quasi 3 giorni davanti a Malta.Insieme aduna rete di attivisti cerchiamo di dare sostegno pubblico all’armatore greco ed al suo comandante. Anche il commissario Ue Cecilia Malmstrom chiede a Malta di fare entrare la nave, senza alcun esito positivo.Ieri notte finalmente l’Italia decide didarle accessopressoilporto di Siracusa. Dovrebbe arrivareda un momento all’altro. Nel frattemporimaniamo all’erta fino a che nonve3nga scongiurato il pericoloche avvenga l’ennesima criminalizzazione di un comandante che ha fatto soltanto il proprio dovere: soccorrere dei naufraghi e condurliin un porto SICURO.
La Redazione di Borderline Sicilia Onlus
Il sole 24 ore – L’Italia accoglie i 102 migranti (tra cui un bimbo di 4 mesi e 4 donne incinta) rifiutati da Malta
Un dramma che si è risolto nella notte. L’Italia ha acconsentito ad accogliere il barcone con 102 migranti, tra cui un bambino di 4 mesi e 4 donne incinta, a cui Malta ha rifiutato l’accesso nelle sue acque territoriale da tre giorni. Il barcone verrà accolto sulle coste di Siracusa, in Sicilia. Il primo ministro maltese Joseph Muscat che ha rifiutato gli appelli dell’Ue ad accogliere i migranti ha ringraziato in una nota il premier italiano Enrico Letta per la decisione che «non potrà che rafforzare le già buone relazioni tra i 2 Paesi».
La barca è stata intercettata nelle acque antistanti Siracusa. L’imbarcazione è stata abbordata dagli uomini della Guardia di Finanza che hanno assunto la direzione del mezzo, rifocillato i migranti. Il barcone è stato condotto nel porto del capoluogo aretuseo ove, nel frattempo, era stato già allertato il dispositivo di accoglienza a terra.
Non sono bastate le pressioni dell’Unione europea per convincere Malta. Il governo maltese ha rifiutato lo sbarco dei 102 immigrati recuperati in mare per tre giorni: La Valletta li voleva rimandare in libia. I migranti erano stati trattai in salvo lunedì dalla petroliera battente bandiera liberiana Salamis 80 km dalle coste libiche. Il ministro dell’Interno maltese aveva intimato al capitano della nave di non entrare nelle acque dell’arcipelago.
Senza l’intervento italiano la situazione poteva diventare tragica. Per il commissario Ue Cecilia Malmstrom la priorità era «salvare le loro vite» e Malta aveva il «dovere umanitario di lasciar sbarcare queste persone», perché «respingerle» in «Libia sarebbe contrario alle leggi internazionali».
Ma il premier Joseph Muscat su Twitter si difende affermando di «essere in possesso di prove» che attestano come Leopoldo Manna, capitano del Salamis, «abbia ignorato le indicazioni del Centro soccorsi italiano» di sbarcare i migranti nel porto più vicino, e cioè in quello libico di Khoms «per considerazioni di carattere commerciale». «Malta soddisfa i suoi obblighi internazionali – scrive – ma non ci si aspetti che intervenga per proprietari di navi irresponsabili che si beffano delle regole».
I proprietari del Salamis, che batte bandiera liberiana ma è gestita dai greci della Hellenic shipping, hanno scritto al governo della Valletta, al centro italiano di coordinamento dei soccorsi, e al commissario Ue, per raccontare la propria versione dei fatti. Mentre la giustizia dell’isola ha fatto sapere che li riterrà responsabili per qualsiasi danno che possa derivare dalla vicenda.
L’agenzia dell’Onu per i rifugiati (Unhcr) ieri ha rivolto un appello per una soluzione veloce e pratica che permetta uno sbarco «sicuro e rapido» per i naufraghi. E data la situazione in Libia, avverte: «Rimandare persone che cercano asilo a questa situazione non è un’opzione perseguibile».
Dello stesso avviso il Consiglio italiano per i rifugiati (Cir), che evidenzia come per la stessa Convenzione su ricerca e soccorso in mare, il primo porto sicuro non può essere considerato solo in base alla collocazione geografica. In nessun caso le persone possono essere rinviate in territori dove la loro vita e libertà possono essere a rischio. «È molto grave quello che è accaduto: Malta, ancora una volta, non concede la possibilità di sbarcare a persone che sono in stato di necessità. Questa storia ne ricorda, purtroppo, molte altre verificatesi nel passato. La normativa internazionale non lascia adito a dubbi: chiunque sia soccorso in alto mare deve essere portato verso il primo porto sicuro e lì essere assistito». Lo ha dichiarato Christopher Hein, direttore del Consiglio Italiano per i Rifugiati (CIR), commentando la vicenda dei 102 migranti ancora al largo delle coste maltesi ai quali é stato impedito lo sbarco.