Nessuno lo deve sapere
Nell’ultimo vertice di Parigi i rappresentanti di Francia, Italia, Germania e Spagna, e delle istituzioni dell’Unione Europea, hanno confermato la comune linea politica che prevede la cooperazione con stati dittatoriali, diventando di fatto il bancomat di milizie sanguinarie il cui compito è, e sarà sempre più, quello di bloccare le partenze a qualunque costo. Importante non far trapelare niente, di quello che avviene in Africa, all’opinione pubblica, e su questo Minniti e il governo italiano hanno fatto il lavoro sporco, eliminando occhi indiscreti di mezzo, attraverso l’esclusione delle navi delle ONG dal Mediterraneo, unici testimoni scomodi.
Altro obiettivo politico perseguito è quello di rafforzare i rimpatri, creare campi di concentramento anche in Niger e Ciad e rafforzare la gestione dell’immigrazione in Libia. In tutto questo ancora una volta chi festeggia è l’agenzia Frontex che cresce economicamente, numericamente, e a cui vengono affidati sempre maggiori poteri.
«Altre persone moriranno. I migranti ci dicono che il deserto è un cimitero, molto più esteso del Mediterraneo», è quanto ha dichiarato Alberto Preato rappresentante dell’OIM, mentre i rappresentanti di Mezzaluna Rossa continuano a denunciare il ritrovamento di corpi in decomposizione nel deserto. Ma questo non si deve sapere. Il fatto che ci siano più morti a fronte di minori arrivi, deve restare un dato nascosto.
Non si deve sapere che gli investimenti sono tantissimi e crescono esponenzialmente sulle tecnologie delle identificazioni e della sorveglianza con la concomitante crescita di muri fisici: di fatto in Europa la libertà di movimento non è più garantita ed il senso stesso di Europa è andato ormai perduto. L’unica industria in crescita, nonostante la crisi, è l’industria della migrazione.
Non si deve neanche sapere che negli ultimi 10 giorni sono arrivati migliaia di tunisini con i cosiddetti “sbarchi fantasma” nelle coste agrigentine e trapanesi, riempiendo di fatto gli hotspot che hanno quindi ripreso la funzionalità di CPR.
La situazione più critica ovviamente è a Lampedusa, con momenti di tensione per una presenza numerosa di tunisini: il picco è stato di 400 persone circa, e ciò riporta la memoria a quanto accaduto nel 2011. L’ipocrita passerella del 3 ottobre ha comportato lo svuotamento dell’isola, data la presenza di autorità e telecamere. Attraverso navi militari e ponti aerei, gli ospiti indesiderati sono stati “scaricati” a Messina, Augusta, Comiso. Il destino di questi giovani ragazzi al momento è la strada con un respingimento in mano. Gli unici a sostenere, informare e dare supporto sono le associazioni di strada che incontrano i ragazzi nelle stazioni o per le vie delle città. Proprio nelle stazioni in questi giorni si sono create delle tensioni per via del fatto che i tunisini con respingimento dovrebbero raggiungere Roma Fiumicino, ma senza soldi e senza biglietti. In almeno due occasioni sono saliti in massa sui treni causando l’intervento delle forze dell’ordine che li hanno obbligati a scendere e a disperdersi sul territorio, in attesa di un passaggio alternativo che favorisce ancora una volta i trafficanti di essere umani.
È sufficiente ascoltare le parole delle persone che arrivano sulle nostre coste per capire le atrocità che devono subire in Libia e in generale su tutta la rotta migratoria, è sufficiente essere presenti ad uno sbarco per vedere corpi dilaniati dalla violenza e dalla sofferenza.Non si deve sapere inoltre che Minniti ha consegnato ad aguzzini la vita di tantissime persone attraverso accordi con ex mafiosi e trafficanti (adesso a capo di milizie che controllano una-due città in Libia).
L’ultimo in ordine di tempo a Palermo è stato il 18 settembre, in cui 410 persone sono arrivate nel capoluogo siciliano, e proprio da questo sbarco è emerso in maniera evidente che la violenza in Libia ha raggiunto livelli mai visti in precedenza. Le condizioni psico-fisiche delle persone sono peggiorate, mostrando difficoltà nella deambulazione, nello stare in piedi, nell’avere la forza di parlare, e ribadiamo, i segni delle torture sono evidenti e tangibili in questi corpi martoriati.
La morte ringrazia questa Europa assassina, in cui anche mercoledì 4 ottobre sono arrivate tre salme al porto di Catania, ultime vittime di una strage silenziosa senza fine.
Forse di questi tre omicidi di stato leggeremo qualche trafiletto, due o tre fotogrammi che si cancelleranno istantaneamente dalla nostra memoria.
Gli unici a raccontarlo e a descriverlo sono le persone che hanno vissuto e sono sopravvissute a queste atrocità, ma loro sono di un’altra categoria, loro non sono credibili perché sono migranti, sono neri, africani, terroristi, poveri. Meglio zittirli creando un muro tra noi e loro, perché nessuno lo deve sapere, nessuno!
Alberto Biondo
Borderline Sicilia Onlus