Nuovo sbarco sulle coste catanesi. Continuano i rimpatri dei cittadini egiziani.

Questa mattina un barcone con a bordo 110 migranti, è stato avvistato al largo di Capo Mulini –frazione di Acireale-Catania . Le operazioni di soccorso iniziate alle 6.00 avrebbero consentito alla Guardia di Finanza


Porto di Catania

di trascinare il barcone fino al Porto di Catania, dove i migranti, in discrete condizioni di salute, sarebbero arrivati verso le 9.00. Immediatamente sono state attivate le procedure di controllo sanitario che avrebbero portato all’ospedalizzazione presso le strutture dell’Ospedale Vittorio Emanuele di 3 persone tra cui un minore, per cause legate al viaggio. Si tratta di 110 uomini di origine egiziana, ed il resto sarebbero tutti minori non accompagnati di origine egiziana eccetto un minore siriano ed uno palestinese.

Al Porto di Catania a coordinare la macchina dei soccorsi erano presenti vari mezzi e numeroso personale tra Protezione Civile, Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza. Diverse le ambulanze della Croce


Protezione civile e Misericordia

Rossa e della Misericordia.
Al termine delle prime procedure di controllo, i migranti sono stati accompagnati presso il PalaCannizzaro di Catania, struttura sportiva attrezzata, dove sono poi iniziate le procedure di riconoscimento. I più giovani sono stati accompagnati su un pulmino della Croce Rossa e quelli apparentemente più grandi su due autobus urbani della compagnia di trasporti AMT.
Presente alle procedure di identificazione e in supporto alle operazioni di accoglienza, i membri del progetto Praesidium , in particolare ACNUR e Save The Children; quest’ultima congiuntamente con i Servizi Sociali del Comune di Catania, ha provveduto nella stessa giornata al collocamento di circa una quarantina di minori su strutture nel territorio. Alle ore 20,00 ancora nessuno era stato trasportato fuori per


la difficoltà a reperire strutture idonee per i minori in un sistema già congestionato, che ogni volta si presenta come nuovo ed estraneo a fenomeni che certo non possono essere considerati emergenze ma fenomeni strutturali e costanti da molti anni a questa parte. I migranti probabilmente trascorreranno la nottata nello stesso Pala Cannizzaro, dove sono presenti servizi igienici adeguati e dove già dalla mattina sarebbero stati trasportati materassi per permettere l’accoglienza in sede.
Si ipotizza ancora, al livello investigativo, dell’esistenza di una rete di sfruttamento che si serve di navi madre che una volta in alto mare “rilascerebbero” quei barconi che poi arrivano fin sotto le coste siracusane e catanesi. A tal proposito segnaliamo l’intervista al Procuratore Aggiunto di Catania Patanè, all’indomani dello sbarco avvenuto il 10 Agosto, sulle investigazioni in corso compiute dalla DDA.
Diverse inoltre le testimonianze fornite dagli stessi migranti, già allo sbarco al porto di Catania. Uno di loro ha inoltre rilasciato diverse interviste a testate locali prima che fosse interrotta la possibilità di dialogare con loro da parte delle Forze dell’Ordine. Alcuni affermerebbero di aver effettuato il viaggio in 10 giorni, altri in 7. Quasi tutti sono arrivati dopo aver digiunato per 4 giorni, mentre sarebbero arrivati presso le coste siciliane già con le scorte di acqua terminate. Si ipotizza abbiano effettuato viaggi diversi e si siano poi ricongiunti da qualche parte. Nessuno di loro è in grado di dire da quale parte della costa egiziana siano partiti. Alcuni affermano di essere stati bendati per strada. L’imbarcazione di questa mattina sarebbe inoltre stata ritrovata senza alcuna strumentazione di bordo.
Tre i migranti che sarebbero al momento indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Incerta la sorte dei 38 egiziani, a cui probabilmente sarà notificato il respingimento “differito” in luogo della prassi di rimpatrio già effettuata con altri migranti della stessa nazionalità. Secondo quanto ci riferisce l’Acnur, una delle motivazioni per cui spesso gli egiziani vengono rimpatriati o respinti, sta nel fatto che sono i migranti stessi a rifiutare di fare richiesta di asilo per paura di non poter successivamente rientrare al loro paese o per timore di non poter raggiungere la meta che si erano prefissati per il viaggio, spesso qualche paese del Nord Europa, spesso qualche luogo dove sperano di ricongiungersi a familiari già presenti sul territorio europeo. Rimane comunque il fatto che in questo momento l’Egitto è teatro di una sanguinosa guerra civile e che in questo momento i respingimenti verso quel paese sarebbero in contrasto con norme nazionali ed internazionali che vietano l’espulsione e il respingimento verso paesi non sicuri. In ogni caso vista la velocità con cui avvengono i rimpatri degli egiziani, risulta difficile credere che in poche ore si riesca ad informare i migranti della possibilità di chiedere asilo e di vagliare le posizioni individuali. Ma quella dei respingimenti degli egiziani sembra essere una prassi che invece continua ad essere applicata, 24 egiziani sbarcati presso Porto Palo di Capo Passero (SR) giovedì 29 Agosto, sono stati trasferiti all’Umberto I di Siracusa e rimpatriati il giorno dopo.

La Redazione di Borderline Sicilia Onlus