Migrante siriana muore su barcone. I suoi organi salvano tre pazienti

La Repubblica – La donna in patria lavorava come infermiera, il marito aveva un’attività imprenditoriale. Siracusa, nelle loro intenzioni, era solo la prima tappa europea: dalla Sicilia avrebbero proseguito per la Svezia dove vive e lavora il figlio maggiore. La donna sarà sepolta a Malta, dove vivono la madre e due fratelli. Il grazie del ministro Lorenzin

In fuga da Damasco alla ricerca di un futuro migliore, ha trovato la morte sull’imbarcazione della speranza. Ma il suo dramma oggi salverà tre pazienti, due siciliani e uno calabrese. E’ la toccante storia – della quale dà conto il Centro regionale trapianti siciliano – della donazione di organi da parte di una donna siriana di 49 anni trovata in fin di vita sull’imbarcazione soccorsa dalla Guardia costiera il 28 agosto scorso, al largo di Siracusa.

La profuga, che viaggiava con il marito e i due figli, era stata trasferita all’ospedale Umberto I di Siracusa per un arresto cardiocircolatorio. Ma, purtroppo, i disperati tentativi dei medici di salvarle la vita sono stati vani. I rianimatori hanno quindi chiesto al marito l’assenso alla donazione degli organi. Alle 7.30 di questa mattina sono terminate le operazioni di prelievo di fegato e reni: il fegato è stato trapianto all’Ismett su un uomo di 66 anni, siciliano ma residente in Calabria; un rene è stato trapiantato al Policlinico di Catania su una donna calabrese di 60 anni in urgenza clinica regionale; l’altro rene è stato assegnato all’Ismett per un uomo di 41 anni di Ragusa.

“E’ stata un’esperienza toccante – racconta Maurilio Carpinteri, il medico rianimatore che ha assistito la donna – che insegna cosa è la vera solidarietà. Il marito e i due figli adolescenti – prosegue il medico – hanno superato ogni istintiva diffidenza e si sono completamente affidati. In un momento di grande disperazione ci hanno regalato tutto quello che avevano con una dignità davvero esemplare”. La signora in patria lavorava come infermiera, il marito invece aveva un’attività imprenditoriale. Siracusa, nelle loro intenzioni, era solo la prima tappa europea: dalla Sicilia avrebbero proseguito per la Svezia dove vive e lavora il figlio maggiore. La donna sarà sepolta a Malta, dove vivono la madre e due fratelli.

“Commovente”. Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, definisce così la decisione della famiglia siriana. Il ministro ringrazia e, in una nota, sottolinea che questa storia “è l’esempio che anche in situazioni drammatiche di estremo bisogno, come sono quelle dei profughi che arrivano sulle nostre coste, ci sono persone che riescono a compiere gesti d’amore verso il prossimo che vanno silenziosamente a beneficio di altri”.

Al marito e ai figli della donna “desidero inviare un profondo ringraziamento”, conclude Lorenzin, “e comunicare tutta la mia vicinanza alla famiglia siriana per aver consentito con il loro generoso dono di prenderci cura di pazienti in lista d’attesa.
(03 settembre 2013)