Cronaca dell’ultimo arrivo via mare sulle coste catanesi. Alcune riflessioni sulla sorte dei Siriani e degli Egiziani
Ieri mattina l’ennesimo barcone con a bordo un centinaio
di migranti è stato avvistato e soccorso congiuntamente dalla Capitaneria di
Porto e dalla Guardia Costiera a largo di Acicastello ( CT). I migranti
trasbordati su un mercantile sono stati condotti presso il porto di Catania
dove sono iniziate le procedure sanitarie e quelle di identificazione.
Sarebbero circa un centinaio, provenienti da Siria e Egitto. Presenti diversi
nuclei familiari con numerosissimi minori. Ancora in corso le procedure di
accertamento dei sedicenti minori non
accompagnati.
I migranti starebbero collaborando alle procedure di
identificazione, nonostante alcune ritrosie manifestate anche in quest’occasione
da parte dei Siriani, per i quali è forte il desiderio di raggiungere i propri
famigliari residenti in diversi Paesi europei, nonostante le restrizioni
imposte dal trattato di Dublino che prevede il ricongiungimento familiare all’estero
solo dopo il perfezionamento delle procedure di asilo. In Italia, ed in primo
luogo in Sicilia, i tempi del riconoscimento della protezione internazionale
sono lunghissimi (non vengono mai rispettati quelli imposti per legge),
costringendo i migranti a permanere sul territorio in un sistema di accoglienza
che non garantisce loro percorsi di inclusione sociale, apprendimento della
lingua italiana, né tantomeno un inserimento lavorativo. I migranti sono
costretti a rimanere in un limbo per mesi, in quanto il Trattato di Dublino
dispone che la domanda di asilo venga presentata nel primo Stato di arrivo in
Europa. Molti migranti cercano perciò di raggiungere il Paese di destinazione
senza essere identificati in Italia in modo da potere accedere ai percorsi di
riconoscimento e accoglienza in Stati in cui i servizi funzionano, le procedure
sono tempestive, oltre che per potere ricostruire a propria esistenza nell’ambito
del proprio nucleo familiare.
Fin dalle prime ore dell’arrivo via mare erano presenti anche
gli operatori del progetto Praesidium, in
particolare di Save The Children dato
l’alto numero di minori che, dopo le operazioni di rito terminate alle 23, sono
stati collocati in apposite strutture sul territorio. Anche l’OIM ha avuto modo
di monitorare la situazione soprattutto degli Egiziani, nonostante inizialmente gli era stato negato l’accesso.
Forti preoccupazioni infatti riguardano il futuro dei
migranti egiziani, i quali grazie agli accordi di rimpatrio tra Italia e
Egitto, venivano rimpatriati non appena identificati, non sempre nel rispetto
delle procedure di legge. Ma oggi la drammatica situazione politica e sociale che
sta attraversando l’Egitto impone degli interrogativi circa la validità degli
accordi bilaterali vigenti con paesi stranieri nei quali non viene garantito il
rispetto dei diritti umani. Sono del 16
Agosto le parole del Ministro degli Esteri Emma Bonino che esprime preoccupazione per i gravissimi fatti verificatisi in queste settimane in
Egitto.
All’arrivo in porto, alcuni migranti che parlano l’italiano hanno
riferito di esser partiti da Alessandria d’Egitto ed essere stati in
navigazione per 7 giorni. Guarda le riprese dell’arrivo in porto a Catania
Un via-vai continuo di
autoambulanze della Croce Rossa e della Misericordia ha condotto alcuni
migranti presso le strutture ospedaliere della città (ospedali Cannizzaro,
Vittorio Emanuele, Garibaldi Nuovo e Santo Bambino). La direttrice del Servizio
di Emergenza Sanitaria (118) di Catania, dott.ssa Bartoli, ci ha riferito che in
collaborazione con la Prefettura e l’Unità di Sanità Marittima ha effettuato i
controlli sanitari, riscontrando 13 casi (tra i quali 2 minori) necessitanti l’ospedalizzazione
per ragioni legate alla difficile traversata e alle operazioni di soccorso.
Alcuni migranti si trovavano in stato di ipotermia, altri in stato di
incoscienza, altri ancora disidratati. Era presente anche una donna in avanzato
stato di gravidanza.
Mentre le identificazioni erano ancora in corso, un pulman
della Sol.Co è uscito fuori dalla struttura portuale con a bordo una
ventina di migranti. Si tratta dei primi
nuclei famigliari trasferiti presso il Cara di Mineo, dove erano stati trasferiti
anche i migranti sbarcati lo scorso 10 agosto, questi ultimi a quanto sembra allontanatisi
dalla struttura all’indomani del loro trasferimento. Altri 6 migranti sono
stati trasferiti su due automobili della Guardia di Finanza e da agenti di
Polizia in borghese. A fine giornata
sono 44 i migranti collocati presso il Cara di Mineo.
La Redazione di Borderline Sicilia Onlus