Aggiornamenti sullo sbarco a Catania e la denuncia delle violazioni nella gestione dell’accoglienza dei migranti

Sono trascorsi tre giorni dalla
tragica morte dei 6 Egiziani avvenuta di
fronte alla Playa nel tentativo di mettersi in salvo e forse sfuggire alle
procedure di riconoscimento delle Forze dell’Ordine.

Sarebbero partiti in 130 sul quel
motopeschereccio, che arenatosi di fronte al Lido Verde di Catania avrebbe
consentito a diversi migranti di allontanarsi autonomamente sul territorio prima
dell’arrivo dei soccorsi.

Imigranti rimasti
a bordo dell’imbarcazione, accompagnati presso la Capitaneria di Porto, sarebbero
non più di 96, tra i quali secondo le stime di Save the Children una
cinquantina i minori non accompagnati di nazionalità egiziana. Gli altri
migranti di origine siriana sono tutti nuclei familiari con numerosi minori al
seguito. Il numero dei sopravvissuti
alla tragedia risulta imprecisato a causa del rifiuto da parte di molti di essere
identificati per paura di rimanere “incastrati” nelle maglie della burocrazia
italiana nelle procedure di riconoscimento della protezione internazionale. Molti
Siriani, infatti, hanno contatti con familiari presenti nelle altre nazioni
europee, e dunque desiderosi di ricongiungersi quanto prima a loro.

Alle operazioni di primo soccorso
hanno partecipato anche gli operatori del Progetto PRAESIDIUM e la Protezione
Civile. All’esterno delle strutture del porto di Catania, il CIR ed altre associazioni
antirazzista hanno organizzato un presidio di monitoraggio delle procedure
istituzionali.

Tutti i minori non accompagnati
risultano essere stati collocati presso idonee strutture dislocate sul
territorio regionale e nazionale nella stessa sera del 10 agosto. Diversa la
sorte dei nuclei famigliari che sono stati trasferiti temporaneamente presso la
palestra della scuola Andrea Doria di Catania, dalla quale la maggior parte degli
uomini adulti, in numero imprecisato, sarebbe fuggita. Presso la scuola media
catanese rimangono ospiti per la maggior parte donne e bambini, dall’11 agosto presidiati
da Guardia di Finanza, Carabinieri e Polizia ed un’autoambulanza della
Misericordia, col divieto assoluto di far accedere le ong indipendenti che si
occupano di immigrazione sul territorio locale.

Risultano 2 gli indagati per favoreggiamento
dell’immigrazione clandestina da parte della magistratura catanese. Si
tratterebbe di due minori egiziani indiziati di aver fatto da “vivandieri”
durante la traversata del Mediterraneo.

Borderline Sicilia esprime preoccupazione
e denuncia le violazioni della Carta di Roma (protocollo deontologico
concernente anche la tutela di richiedenti asilo, rifugiati, vittime di tratta
e minori) che si sarebbero verificate in occasione della gestione dello sbarco
sulla spiaggia di Catania. Infatti nel corso delle prime ore, quando i migranti
non erano ancora stati identificati ed erano in corso le operazioni sanitarie, diverse
agenzie di stampa e testate giornalistiche locali sarebbe state autorizzate ad accedere
liberamente presso la sala della Capitaneria di Porto dove si trovavano i
migranti, tutti potenziali richiedenti asilo e tra i quali diversi minori, tutti
ripresi senza filtri in numerosi video diffusi anche nella programmazione
televisiva nazionale, in particolare su RAINEWS24 , REPUBBLICATV ed il TG1
online.

Tutto ciò è avvenuto nonostante gli
stessi operatori del progetto Praesidium ( OIM-UNHCR-SAVE THE CHIDREN e CROCE
ROSSA) avessero attenzionato tempestivamente alla Prefettura di Catania
l’esigenza di gestire il fenomeno mediatico in modo da proteggere l’immagine e
i dati sensibili dei migranti.

A tali violazioni si sommano le carenze
gestionali nell’accoglienza. Le ong locali che per giorni hanno presidiato la scuola
Andrea Doria, denunciano come la Prefettura non abbia messo a disposizione mediatori
culturali di lingua araba. Le stesse associazioni locali si sono pertanto adoperate
per rintracciare sul territorio mediatori culturali che sono intervenuti anche presso
le strutture dell’ASP di Catania, dove alcuni migranti sono stati ricoverati. Si
segnalano inoltre alcuni casi di sciopero della fame da parte di alcuni ospiti
trattenuti all’interno della struttura emergenziale.

Borderline Sicilia ritiene inaccettabile
tanta negligenza nella gestione del fenomeno, sebbene Catania non sia
storicamente luogo di approdo degli arrivi via mare, e si associa al cordoglio
espresso dalla città di Catania che ha dichiarato il lutto cittadino nella
giornata del 14 agosto 2013.

La Redazione di Borderline
Sicilia Onlus