Pian del Lago: i migranti autorganizzano le lotte all’interno dei Cie
Officina Rebelde –Sembrava
praticamente dimenticato, il centro d’identificazione ed espulsione di Pian del
Lago a Caltanissetta, però, ha assunto tutte le caratteristiche di un nuovo
“laboratorio” dell’autorganizzazione migrante. Tre mobilitazioni nell’arco di
un solo mese, tre proteste che hanno fatto andare in tilt l’intero sistema
dell’”accogli e respingi”. I migranti ristretti all’interno del cie reclamano
diritti di base: in testa, quello ad essere esaminati dai membri della
commissione che dovrebbe porre la parola definitiva sulla loro sorte.
La
commissione, però, non arriva e scatta la mobilitazione. Più volte, i migranti
ristretti a Pian del Lago sono riusciti a bloccare le strade circostanti per
diverse ore. Cie e Cara, per utilizzare una definizione assai in voga nel gergo
mediatico nazionale, “stanno esplodendo”. In quattrocentocinquanta all’interno
di un ghetto della vita: altri ottanta, addirittura, stipati nell’area di
quello che, almeno in origine, doveva solo essere un campetto da calcio. Sono,
soprattutto, maghrebini e del corno d’Africa: la loro rivolta, però, non ha
particolari effigi. L’unica bandiera è quella della dignità perduta e, quindi,
da riconquistare. Caltanissetta come Gela, centro nel quale, adesso, arrivano
richiedenti asilo: tutti costretti all’interno di una struttura che poco ha a
che spartire con le loro esigenze. Una casa di riposo per anziani che, in tutta
fretta, si è trasformata in centro per richiedenti asilo. L’attrattiva dei
contributi ministeriali, evidentemente, può far miracoli. A Pian del Lago, nel
silenzio quasi generale, è in corso l’opposizione, autorganizzata ed
autogestita. I migranti non sono stati ancora seppelliti.
Rosario Cauchi