CAS “Le cupolette” di Montedoro: quando la ricezione turistica diviene prima accoglienza
Il 29 novembre, abbiamo fatto visita ad entrambi i CAS siti a Montedoro, un piccolo paese in provincia di Caltanissetta.
Oltre al centro di accoglienza straordinaria gestito dalla cooperativa “Monte Solidale” http://www.siciliamigranti.blogspot.it/2014/12/caltanissetta-visita-ad-uno-dei-cas-di.html, c’è quello della cooperativa “Petix”, attivo presso gli appartamenti dell’albergo diffuso “Casa vacanze Petix”, che ha firmato la convenzione con la Prefettura ad ottobre dello scorso anno.
Negli appartamenti della cooperativa Petix sono ospitati 28 richiedenti asilo, quasi tutti di origine pakistana, i quali vivono in tre diversi appartamenti ubicati nel piccolo centro urbano. Ho avuto modo di vedere solo alcune stanze di due di questi, ed entrambe si presentavamo discretamente accoglienti e pulite.
Gli appartamenti sono dotati di cucine , in questo modo gli ospiti hanno la possibilità di organizzarsi autonomamente la preparazione dei pasti.
Quando chiedo agli ospiti notizie sugli operatori, ci dicono che sono quattro ma quando chiedo di cosa si occupino nello specifico mi dicono che portano loro la spesa e fanno tutto, ma non sono chiari i compiti di ciascuno. La comunicazione con quelli con cui parlo non risulta facile, solo due di loro parlano inglese e solo uno riesce ad esprimersi in un italiano stentato. Chiedo dunque se tra questi quattro operatori c’è un mediatore che parla urdu, ma la risposta è negativa. Chiedo poi se esiste una psicologa, ma mostrandosi anche sorpresi per la domanda, mi dicono di no. Confusa è la loro risposta quando chiedo informazioni relative alla presenza di un servizio di assistenza legale. Un primo gruppo mi risponde di no, mentre uno del secondo gruppo che incontro nell’altro appartamento mi risponde di sì. Chiedo allora se abbiano mai ricevuto informazioni legali relative alla domanda di asilo e alla protezione internazionale, ma la risposta torna ad essere negativa. Gli ospiti di questa struttura hanno fatto ingressi in tre distinti periodi dell’anno di attività, in ogni caso, l’ultimo gruppo è stato inserito tre mesi fa, e nessuno di loro ha ricevuto alcuna informativa legale.
Come è evidente, non esiste neanche un corso di italiano. Solo due di coloro che si trovano nel centro da quasi un anno raccontano di aver fatto lezione i primi due mesi dal loro arrivo.
Dopo l’incontro con gli ospiti ho modo di incontrare anche i gestori della “Casa vacanze Petix” che in quel momento si trovavano a lavorare nel ristorante di famiglia “Le cupolette rosse”. Ad accompagnarmi da loro è proprio il genero del titolare, che, forse chiamato da uno dei ragazzi, mi ha raggiunto nell’appartamento dove mi trovavo in visita, e quando gli ho chiesto informazioni in merito ai servizi garantiti, mi ha gentilmente proposto di avere informazioni più chiare sulla gestione del centro di accoglienza.
Parlare con i responsabili è stato molto utile per capire meglio la situazione: i quattro operatori di cui parlavano gli ospiti sono i diversi componenti della famiglia proprietaria. Nessuno di loro ha un compito specifico, però la figlia mi dice di avere il titolo di mediatrice interculturale. Mi dice di parlare inglese e francese e poi, lei stessa, aggiungendo che alcuni degli ospiti sono analfabeti, ammette la difficoltà di comunicare con coloro che parlano solo urdu. A domanda, risponde che non c’è un mediatore linguistico. Ricevo la stessa risposta per quanto concerne la presenza di un servizio di sostegno psicologico, ma mi viene detto che c’è però un ‘assistente sociale che collabora con loro. Difficile avere chiare informazioni anche sul servizio di assistenza legale, da quello che mi viene detto, tempo fa ci sono stati degli incontri informativi ma gli attuali ospiti non possono ricordarlo perché c’è stato un ricambio. Ad ogni modo, questo conferma, che i nuovi, presenti nel centro da almeno 3 mesi, non hanno ricevuto alcun tipo di orientamento.
Chiedo a questo punto informazioni sul corso di i italiano e mi viene risposto che, anche se attualmente non c’è, durante l’anno passato è stato assicurato in diversi periodi. Quando faccio presente quanto appreso dai ragazzi (e constatato personalmente) in merito, mi viene detto che il corso di italiano è stato attivo nei mesi di ottobre e novembre dello scorso anno, di febbraio e marzo e poi agosto e settembre di quest’anno. Nulla viene aggiunto rispetto ai “buchi” di questa attività.
A questo punto interviene il padre (che è il legale rappresentante della cooperativa), il quale ci tiene a precisare che, alla luce dell’esito del bando vinto di recente dall’ATI di cui la cooperativa Petix fa parte, si trovano in un momento di transizione, in cui, nell’ottica di una gestione condivisa, si rivedrà l’intera organizzazione.
A tale proposito, è d’obbligo una nota di redazione. E’ infatti, importante, tenere conto che lo scorso ottobre la Prefettura di Caltanissetta ha pubblicato l’avviso del bando per l’affidamento dei servizi di accoglienza di cittadini stranieri richiedenti asilo. I requisiti richiesti ai partecipanti del bando riflettevano lo status quo dell’accoglienza in provincia. E così, i gestori dei diversi CAS , unendosi in un’ATI, e rispecchiando tutti i requisiti richiesti nel bando, sono riusciti a vincere il bando; aggiudicandosi l’affidamento dei servizi d’accoglienza con una cifra giornaliera ribassata a euro 24.50, contro i 35 euro della base d’asta.
Infatti, lo stesso, dicendomi che la proporzione degli operatori dovrebbe essere di un operatore su 50 , ciascun operatore potrebbe lavorare per entrambi i centri di Montedoro, ma che ancora non ha bene in mente come sarà perché i diversi partners, essendo ancora in attesa di una comunicazione ufficiale della Prefettura, devono incontrarsi per una riunione operativa.
Intanto questa fase di transizione, che dura da più di un mese, pare possa giustificare lacune e mancanze che in realtà durano da tempo, in vista di eventuali provvedimenti futuri.
Giovanna Vaccaro
Borderline Sicilia Onlus