Il business dei migranti da 143 mila euro al giorno gestito dall’arcipelago delle coop
Davanti al cancello dell’ex hotel Canguro, i cittadini di Castell’Umberto puntano l’indice soprattutto contro di loro: le cooperative. “Loro si fanno i soldi e noi ci prendiamo i migranti“, è la frase che passa di bocca in bocca.
Nel borgo dei Nebrodi in cui i cittadini protestano da venerdì sera davanti all’ex albergo che ospita 50 richiedenti asilo, a gestire il centro d’accoglienza straordinario ci sono, assieme alla Terre di Mazzarino, due delle realtà più forti dell’Isola: l’Azione sociale di Caccamo e l’Ippocrate di Enna dell’ex assessore regionale alla Famiglia dell’Mpa, Paolo Colianni. «Quello che sta accadendo a Castell’Umberto è quanto meno bizzarro. C’è un sindaco che protesta in un’area non sua», attacca l’ex politico che gestisce anche una struttura a Cagliari e nella sua coop ha 50 dipendenti. «Mediamente un bando si vince, facendo un ribasso, a 28 euro e 50 centesimi. A questa base sottraiamo 8 euro per il cibo, 9 euro per il personale, 2,5 euro per il pocket money, le bollette e l’affitto, alla fine a noi restano 3 euro per ogni ospite”.
In Sicilia sono 105 i centri d’accoglienza straordinaria presenti per affrontare l’emergenza migranti, ai quali vanno aggiunti gli Sprar. La provincia che ne ospita di più è quella di Trapani con 25 strutture, seguita da Palermo (21) e Ragusa (20).
Giorgio Ruta