Migranti rimpatriati da Catania. La Rete antirazzista denuncia: sospensione dei diritti umani

Scritto da Patrizia Maltese inPrimo Piano

“Un’altra vergognosa operazione di deportazione e di sommaria espulsione collettiva degna del peggiore stato di polizia”.
Così la Rete antirazzista catanese ha definito l’operazione che nella notte a Catania ha riportato in Egitto da dove erano fuggiti (tre di loro, di fede ortodossa copta, con l’intenzione di chiedere il diritto d’asilo) i 53 migranti adulti sbarcati giovedì insieme a 52 minorenni che invece sono stati accompagnati in alcune comunità di accoglienza della zona in attesa delle decisioni del Tribunale dei minori. Operazione, denunciano ancora gli antirazzisti, rallentata per via dell’assenza di interpreti e mediatori culturali e per di più messa a segno dopo che ieri sera gli operatori del Consiglio italiano per i rifugiati e dell’Alto Commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati erano andati via rassicurati dai funzionari della Digos – sempre in base a quanto riferito dai militanti della Rete – sul fatto che l’indomani “avrebbero potuto fornire ai migranti le informazioni relative alla richiesta di asilo”.
Gli antirazzisti invece non si sentivano affatto sicuri, anche per la presenza, nei pressi dell’ex palestra (inagibile) di via Cordai dove erano stati rinchiusi i migranti, di due autobus della capienza “di oltre 100 posti”. A niente è servito il sit-in degli antirazzisti, che per oltre due ore si sono anche sdraiati davanti agli autobus e hanno informato gli egiziani sui loro diritti e sui rischi che stavano per correre.
Durissime le parole della Rete nei confronti delle forze dell’ordine: “Il Prefetto di Catania e tutti i funzionari di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza – si legge in un comunicato – si sono resi responsabili della sospensione dei diritti umani (primo fra tutti quello d’asilo, art.10 della Costituzione) dei migranti appena sbarcati e sopravvissuti ai sempre più frequenti naufragi nel Mediterraneo, causati dalle criminali leggi liberticide della fortezza Europa. Non si può decidere a Roma la nazionalità dei migranti in base a vergognosi accordi di riammissione, occultare i luoghi di detenzione (non rispettando alcuna norma di sicurezza) e deportarli nel buio della notte per prevenire l’accesso alle procedure di richiesta d’asilo”.
La Rete ha inoltre denunciato che durante il sit-in, dai capannelli degli abitanti del rione si sarebbero avvicinati “alcuni loschi individui, che con toni aggressivi hanno iniziato a minacciare alcuni di noi, infastiditi per aver ‘disturbato’ la loro zona (si dice che a pochi metri ci sarebbe una centrale di spaccio di cocaina)” e questo sarebbe avvenuto nell’indifferenza della forze dell’ordine presenti.