Cara di Mineo: Incontro dei popoli o negazione dei loro diritti?

Si è conclusa ieri a Mineo la due giorni “Carafest 2012”: si sono susseguiti stand informativi, performance, teatro, degustazioni gastronomiche, sfilate di moda, concerti e dibattiti.Cosa ci sia da festeggiare in un luogo come il Cara più grande d’Europa bisognerebbe chiederlo al soggetto attuatore on. Castiglione; cosa possa interessare ai richiedenti asilo ed alla cittadinanza menenina dibattiti interreligiosi con interventi sull’ebraismo o seminari sulle politiche d’integrazione ed i percorsi d’accoglienza quando la situazione nel megaCara sta diventando sempre più insostenibile è un mistero che solo l’ipocrisia di fare una passerella di facciata può giustificare, ma che non può nascondere l’amara realtà.A Catania nella notte del 28/6 si è consumato un vergognoso respingimento collettivo in Egitto di 60 migranti, impedendo loro l’accesso alle procedure di richiesta d’asilo, non passa giorno che non si consumino naufragi, che stanno trasformando il Mediterraneo in un cimitero marino. A livello nazionale i richiedenti asilo dal Trentino Alto Adige alla Calabria si stanno mobilitando per ottenere la protezione umanitaria per chi è fuggito dalla guerra in Libia, denunciando lo sperpero clientelare di denaro pubblico per l’emergenza Nordafrica ed il tentativo di strozzare ,con il boicottaggio dei finanziamenti (dall’inizio 2012), esperienze,come quelle di Riace e di altri paesi della Locride, di reale inserimento sociale dei richiedenti asilo e dei rifugiati,per di più a costi molto più ridotti del megaCara di Mineo.Rispetto all’anno scorso, quando dal 10 maggio al 27 luglio si susseguirono al Cara di Mineo 4 manifestazioni dei richiedenti asilo in 3 mesi per accelerare i tempi delle commissioni , la situazione sostanzialmente non è cambiata:—Rispetto ai tempi della commissione esaminatrice, la situazione è addirittura peggiorata , dal settembre scorso ne funziona solo una con una media di 30/35 casi a settimana, mentre nell’estate scorsa le domande esaminate erano almeno il doppio . Inoltre si sono ripetuti i casi d’interpreti truffatori che hanno estorto denaro ai migranti per “ammorbidire” l’esame della commissione e quasi tutti i richiedenti asilo denunciano il pessimo servizio d’interpretariato, che a volte contribuisce al diniego ( con percentuali che superano il 50%)—Le condizioni di vita con la nuova gestione del Consorzio Sisifo e di CaraMineo (confermato per tutto il 2012) sono in parte migliorate rispetto alla militarizzazione della quotidianità, quando il Cara era gestito dalla Croce Rossa (fino al 16 ottobre scorso); le estenuanti file si sono ridotte, ma permane il divieto di cucinare nelle case (non solo sono state disattivate “per sicurezza” le cucine interne, ma neanche si possono usare i barbecue esterni), mantenendo così il business del cibo con pietanze che continuano a provocare numerosi casi di disturbi gastro-intestinali. Con molto meno i richiedenti asilo potrebbero autogestirsi secondo le proprie tradizioni e gusti i loro cibi; inoltre si ripetono i casi di arbitrari sequestri da parte di militari esterni al Cara di cibo, che “potrebbe” essere cucinato all’interno—I collegamenti con Mineo ed i paesi limitrofi sono un problema; rispetto alla vergognosa richiesta di 2 euro A/R per Mineo, quando ancora i migranti non riscuotevano il contributo giornaliero , da alcuni mesi è attivo solo un bus gratuito di 50 posti, attivo per un solo viaggio A/R e solo di mattina, che costringe la stragrande maggioranza a raggiungere Mineo (ad 11 Km) a piedi.Da mesi i migranti hanno sospeso le proteste ( nell’agosto scorso a centinaia furono trasferiti in altri Cara nel Norditalia “volontariamente”, ciononostante nel marzo scorso hanno manifestato per una intera giornata), ma ciò non vuol dire che siano soddisfatti di restare parcheggiati a tempo indefinito in un lager di lusso ( come mai è stato scelto un villaggio privato della Pizzarotti di Parma, per il quale si versa un affitto annuo di circa 6 milioni di euro, pari a 10 euro per persona al giorno?). Sfruttando l’emergenza Nordafrica dell’anno scorso per i migranti provenienti dalla Tunisia o in fuga dalla guerra in Libia (per i quali i contributi giornalieri raddoppiavano rispetto ai progetti SPRAR) stiamo assistendo al proliferare in Sicilia di altre dispendiose e clientelari esperienze di mini Cara e CDA (gestiti spesso da personale incompetente interessato solo al business della pseudo-accoglienza).Attualmente al Cara di Mineo sono presenti oltre 1800 migranti, che in buona parte hanno fatto ricorso al Tribunale contro il diniego, ma addirittura il Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Catania si ostina a negare ai richiedenti asilo l’ammissione all’assistenza legale gratuita, non riconoscendo il documento di identificazione (c.d. attestato nominativo) rilasciato dalla Questura di Catania; inoltre spesso il diniego non riconosce l’ultima provenienza dalla Libia , ma solo il paese natìo , in questo modo migliaia di richiedenti asilo sono ostaggio in Italia delle disumane politiche segregazioniste dell’ex ministro Maroni e dell’attuale governo. Il ministro Cancellieri ha comunicato le difficoltà economiche del governo, che taglia le spese sociali (sanità, pensioni, scuola…) per salvare le banche.Come Rete Antirazzista Catanese, insieme a varie realtà solidali, sin dall’inizio di questa dispendiosa e clientelare avventura abbiamo proposto che la strada di una reale accoglienza (non certo quella in atto con finanziamenti a pioggia a neonate associazioni locali, lottizzate in maniera bipartisan) è diametralmente opposta a quella di un centro di segregazione lontano dai centri abitati: moltiplicando i progetti SPRAR nei paesi del calatino ed in tutta la Sicilia, con costi molto più ridotti, si favorirebbe una reale inserimento sociale dei migranti, per questi motivi continuiamo a batterci per la chiusura del megaCara di Mineo. Facciamo appello ai media ad accendere i riflettori sulla drammatica realtà dei richiedenti asilo, evitando di andare solo al seguito delle “Autorità” per giustificare acriticamente il loro operato ed invitiamo ad aderire alla petizione per il permesso di soggiorno a tutti i richiedenti asilo provenienti dalla Libia (http:www.meltingpot.org/articolo17149.html) ed a rilanciare la mobilitazione a sostegno del loro “diritto di scelta” a costruirsi un futuro libero dalle guerre e dal razzismo.Ct 17/7/2012 Rete Antirazzista Catanese