Dove sono finiti i fondi dell’emergenza nordafrica?
A Vittoria (Rg) la comunità per minori Dike, sta vivendo la drammatica situazione che stanno vivendo anche le altre realtà che da mesi ospitano profughi arrivati durante l’emergenza Nordafrica. A partire da luglio 2011, la struttura ospita minori stranieri non accompagnati. I contributi previsti per ciascun ospite dovrebbero essere corrisposti dal Comune di Vittoria, che, a sua volta, li riceve dal ministero tramite i fondi della Protezione civile.
La comunità ospita anche un gruppo di ragazzi richiedenti asilo, sbarcati a Lampedusa un anno fa, collocati per sei mesi in una struttura ponte a Piana degli Albanesi in attesa di essere trasferiti presso una comunità per minori. La permanenza nella struttura ponte, che dovrebbe essere limitata ad un brevissimo periodo si è prolungata per mesi, durante i quali non è stato avviato nessun iter per i ragazzi, alcuni dei quali nel frattempo sono diventati maggiorenni. Quindi per mesi lo stato ha finanziato una struttura provvisoria ed emergenziale, e paradossalmente, nel momento in cui i ragazzi vengono trasferiti in una comunità “ordinaria” in cui possono intraprendere i percorsi previsti dalla legge, i fondi non ci sono più. Circa due mesi fa, il responsabile, esasperato dai mancati pagamenti che si protraggono da quasi un anno, ha indirizzato al Ministero degli Interni e al Comune di Vittoria una lettera in cui fa richiesta di trasferimento dei giovani ospiti in altre comunità, descrivendo le enormi difficoltà di natura economica in cui versa la cooperativa, sottolineando più volte la volontà di mantenere attivo il servizio, qualora le somme dovute fossero effettivamente erogate. Ma non è arrivata alcuna risposta. Anzi, visto che il problema potenzialmente riguarda tutte le realtà in Italia che ospitano migranti nell’ambito dell’emergenza nordafrica, c’è il rischio concreto che migliaia di persone si ritrovino per strada, compresi soggetti vulnerabili quali appunto i minori non accompagnati. In tale contesto il sistema Sprar dispone come sempre di pochissimi posti, e non potrà in nessun modo farsi carico delle persone che rischiano di restare fuori dai vari centri di accoglienza. Intanto il sindaco di Riace Domenico Lucano e Giovanni Maiolo operatore della RECOSOL (Rete comuni solidali) per questi motivi hanno iniziato uno sciopero della fame. Ci si chiede come sia possibile che ad uno stanziamento così ingente di fondi quale è stato quello avvenuto con l’emergenza nordafrica, corrisponda una situazione del genere, che non ha alcuna giustificazione e su cui va fatta chiarezza al più presto.
P.O. Ass. Borderline Sicilia