Lampedusa – condizioni inaccettabili
Save the Children denuncia l’assoluta inadeguatezza delle condizioni
di accoglienza dei migranti attualmente presenti presso il CPSA di
Lampedusa in seguito agli sbarchi degli ultimi giorni, e in particolare
dei 123 presunti minori non accompagnati arrivati dalla Libia, per la
maggior parte originari di Somalia (67) e Gambia (25) e di età compresa
tra i 12 ed i 17 anni, e dei 17 bambini piccoli accompagnati (tra cui 4
neonati).
La struttura del CPSA è sovraffollata all’inverosimile per la
presenza di 879 persone contro le 250 previste dalla sua capienza che
può arrivare al massimo a 400 posti, i servizi igienici non funzionano,
sono solo 330 i materassi disponibili e molti migranti sono addirittura
costretti a riposare stando seduti, mancando lo spazio per sdraiarsi.
Particolarmente grave la situazione per i minori non accompagnati e
per le donne che hanno anche bambini piccoli e neonati, che sono stipati
in 281 in uno spazio atto ad ospitarne 50, con solo 3 bagni a
disposizione, e dormono in 2 per letto o a terra. Dal loro arrivo i
neonati hanno dormito su cuscini, mentre alcuni minori hanno cercato di
allestire dei giacigli di fortuna con cartoni stesi sul pavimento dopo
che l’acqua aveva invaso la camera e, rimasti senza vestiti asciutti, si
sono dovuti coprire con le sole coperte anche di giorno.
“Sono condizioni inaccettabili tanto più per persone, in particolare
minori, donne e bambini anche piccolissimi che hanno affrontato viaggi
drammatici. La situazione di sovraffollamento e confusione al CPSA è
tale che non ci consente neppure di fare in modo adeguato il nostro
lavoro di informazione e sostegno ai minori non accompagnati,” ha
dichiarato Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia-Europa di di Save
the Children. “Abbiamo fatto pressioni su tutte le autorità coinvolte
nel coordinamento e nella gestione, il Ministero degli Interni quello
del Lavoro e delle Politiche Sociali e la Protezione Civile, ma ci è
stato risposto che il problema è l’assenza di risorse finanziarie certe
per la copertura dei costi che determina il rifiuto da parte dei Comuni e
delle singole comunità ad accogliere i minori. Siamo incredibilmente
ancora e sempre in una logica di emergenza: sono bastati alcuni giorni
di mare calmo che consente l’attraversata, per mettere in profonda crisi
il sistema di accoglienza. Pur riconoscendo i leciti diritti e
l’interesse dei singoli attori coinvolti (Comuni e comunità) è
fondamentale garantire che siano i diritti e il superiore interesse dei
minori a prevalere.”
Secondo quanto riferito dai migranti a Save the Children Italiae
agli altri operatori umanitari presenti sull’isola (UNHCR e OIM) che
operano nell’ambito del progetto Praesidium del Ministero dell’Interno,
la situazione in Libia, dalla quale provengono la maggior parte dei
migranti sbarcati a Lampedusa, sta peggiorando, con pesanti situazioni
di ingiustizia o violenza nei confronti degli immigrati dall’Africa
sub-sahariana – alcuni dei quali vivono nascosti per paura – come il
lavoro non pagato o l’incarcerazione con la richiesta di un riscatto per
poter uscire. Sempre secondo il loro racconto, sarebbero moltissimi gli
immigrati presenti in Libia, anche arrivati negli ultimi mesi, e molti
quelli che aspettano di imbarcarsi per raggiungere l’Italia.
“Facciamo appello al Governo perché sia disposto immediatamente il
trasferimento dei migranti presenti al CPSA e in particolare delle madri
con i bambini e dei minori non accompagnati che sono i più vulnerabili
Occorre inoltre individuare prontamente i posti disponibili in comunità
di accoglienza sull’intero territorio nazionale e assicurata la relativa
copertura finanziaria e riaprire almeno una Struttura di Accoglienza
Temporanea in cui accogliere i minori per il tempo strettamente
necessario all’individuazione dei posti. Questa ennesima emergenza
dimostra come sia indispensabile stabilizzare nel 2013 un fondo
nazionale garantito dedicato al sistema di accoglienza e integrazione
dei minori migranti che ne hanno diritto per legge.”