Resoconto sul presidio Cara di Mineo e sulla riunione a Catania del 18/19 gennaio
Come avevamo previsto dopo la riunione del consiglio comunale a Mineo il 2 e l’incontro con il Prefetto dentro il Cara il 13 gennaio le istituzioni riconoscono che bisogna potenziare le commissioni per l’esame delle richieste d’asilo (dentro il Cara o a Siracusa e Catania?), ma non tollerano di riconoscere che sono state costrette dalle mobilitazioni di lotta del 19/20 e dal tragico suicidio del ventunenne eritreo Mulue Ghirmay, anzi intimidiscono i rappresentanti delle comunità affinchè rinunzino a rendere pubbliche le intollerabili ingiustizie a cui sono quotidianamente costretti. Come avviene da sempre chi è accecato dall’arroganza del potere tenta di affrontare i problemi, non a monte, ma minacciando le vittime dei propri abusi, disconoscendo ai migranti persino il diritto ad esprimere una loro soggettività ed addossando la responsabilità delle proteste alle associazioni solidali che hanno semplicemente sostenuto le loro giuste rivendicazioni.
Nel presidio del 18 gennaio, ad un mese dal 3° incontro interetnico nella giornata d’azione globale contro il razzismo (anche quest’anno ci sono state migliaia di manifestazioni in decine di paesi), nonostante l’assenza di numerosi rappresentanti delle comunità siamo riusciti a comunicare con centinaia di migranti, nonostante la presenza di carabinieri, polizia, esercito e numerosi “operatori” del centro che intimidivano all’esterno i migranti che si avvicinavano a noi; stavolta la presenza delle associazioni solidali era più consistente del solito ( circa 50 fra Rete Antirazzista , Arci, Lila, Città Felice, Comitati NoMuos, Teatro Pinelli Occupato di Messina, Prc). Nel corso delle miniassemblee con i migranti sono state confermate le criticità che denunciamo da anni, purtroppo se i gestori riescono a far spegnere i riflettori sul Cara, la situazione rifluirà, per poi riesplodere, la grave assenza dei media conferma la pesante influenza di chi vuole mantenere sotto controllo la situazione. Noi faremo di tutto per impedire che tutto ritorni come prima.Ieri si è tenuta la riunione interprovinciale a Catania alla presenza di rappresentanti della Rete Antirazzista, Lila, CittaFelice,Alba Mineo,dei Comitati NoMuos di Palermo e Catania, purtroppo i/le compagni/e del Teatro Pinelli Occupato di Messina non hanno potuto partecipare essendo stato sgomberati/e la mattina presto.Durante la riunione si è fatto un bilancio della situazione a Cara e si è convenuti/e che la lotta per la chiusura del Cara è una responsabilità soprattutto nostra, non solo per la solidarietà verso i/le richiedenti asilo, ma per il modello segregazionista e clientelare che esso esprime e che compete a tutte le realtà che lottano per i diritti umani riuscire a raggiungere facendo crescere una concreta alternativa alla crescente militarizzazione dei territori, moltiplicando gli SPRAR e con percorsi di reale inserimento sociale. Si vuole promuovere una mobilitazione regionale con corteo al Cara di Mineo domenica 16 febbraio ed in questa direzione si convoca un incontro aperto a tutto l’associazionismo locale mercoledì 29/1. Per monitorare meglio la situazione del Cara si attiverà un gruppo FB Osservatorio Cara Mineo per raccogliere e pubblicizzare la documentazione.In merito alla nostra partecipazione alla Carta di Lampedusa ci si riunirà la settimana entrante
Rete Antirazzista Catanese