MESSINA, L’EMERGENZA CONTINUA

La sera del primo maggio un’altra nave mercantile è approdata a Messina con a bordo 266 migranti (di cui più di 60 bambini e molte donne) soccorsi nel Canale di Sicilia.
La situazione nel PalaNebiolo era già più che critica il giorno della nostra visita a Messina il 30 aprile: le tende erano al massimo della loro capienza e la palestra aperta per l’emergenza dello sbarco del 9 aprile, continuava a contenere persone, a dispetto del provvedimento che ne aveva determinato la chiusura a causa dell’inidoneità dichiarata dall’ASL e nonostante i diversi trasferimenti ( i quali venivano quindi, verosimilmente, rimpiazzati subito con altri arrivi).

A quasi 4 settimane dal loro arrivo, tutti i richiedenti asilo giunti a Messina il 9 aprile si trovano ancora al PalaNebiolo e nessuno di quelli con cui abbiamo parlato sapeva che si tratta di un “ospitalità” provvisoria nell’ attesa di essere trasferiti in altri centri (o, almeno così dovrebbe essere). Le poche informazioni di tipo legale che hanno ricevuto sono state fornite in un incontro collettivo tenutosi al PalaNebiolo, diversi giorni dopo il loro arrivo, presumibilmente da una rappresentante dell’UNHCR che ha spiegato, a grandi linee, i loro diritti.
Non c’è dunque più traccia del servizio legale all’interno del centro di cui ci avevano parlato alcuni referenti locali un mese fa e non c’è neanche più traccia del corso di italiano. Al contrario, questi richiedenti asilo ci hanno parlato di quanto sia difficile passare tutta la giornata senza fare niente.
Coloro con i quali abbiamo avuto modo di parlare ci hanno riferito anche delle gravi carenze del servizio di assistenza medica che sarebbe quasi del tutto assente e, come abbiamo avuto già modo di constatare in altri centri, limitata alla distribuzione di un unico tipo di farmaco a prescindere dal disturbo avvertito da chi vi si reca. Non vengono prese in considerazione neanche le richieste di coloro che, a causa di forti disturbi, vorrebbero essere accompagnati in ospedale o dal dentista.
Questo è quello che ci hanno raccontato alcuni dei richiedenti asilo che risiedono al PalaNebiolo con i quali siamo riusciti a parlare, ma non è stato facile sia perchè sono particolarmente diffidenti, sia perchè, al contrario di quanto avviene in altri contesti, si vedono pochi di loro in giro nella zona limitrofa al centro di accoglienza. Questo sarebbe il risultato dei “benevoli consigli” degli operatori e responsabili dell’ente gestore che, “per il loro bene”, raccomanderebbero di farsi vedere il meno possibile in città, riferendo loro le lamentele dei direttori dei supermercati che non vogliono vederli entrare in gruppo nei loro punti vendita, dell’astio dei cittadini nei loro confronti e di come, nell’eventualità succedesse qualcosa di brutto in città, la colpa sarebbe a priori attribuita a loro.
E per non fare mancare niente, anche a Messina si è diffuso l’allarme ebola, provocando inutili e pericolosi allarmismi.
Con i nuovi arrivi, la situazione si fa dunque ancora più critica sia dentro che fuori dal centro. Dei 266 profughi giunti a Messina il primo maggio con il mercantile , tutti di origine eritrea e siriana, solo le donne con i rispettivi bambini e i minori non accompagnati sono stati collocati in altri tipi di strutture di cui, la maggior parte, presta servizio a titolo volontario e del tutto gratuito e non c’è alcuna istituzione che pensa a sostenerli ,almeno economicamente.
Uno di questi è il convento delle suore che abbiamo avuto modo di visitare durante la nostra visita a Messina. Questo, essendo dotato della “foresteria” dispone di diverse stanze, e grazie alla disponibilità delle suore, sono stati accolti circa 12 dei minori non accompagnati dello sbarco del 9 aprile, i quali, grazie all’impegno e solidarietà di molti volontari hanno potuto anche ricevere gli indumenti di cui hanno bisogno e possono seguire giornalmente un corso di italiano. Al momento una decina di loro si trovano ancora in questo centro ma i trasferimenti verso comunità per minori stanno procedendo.
Anche a Messina abbiamo avvertito in modo forte atteggiamenti xenofobi, per i quali i migranti sembrano essere il capro espiatorio di tutti i tipi di problemi sociali , economici e politici che la città vive da lungo tempo. A controbilanciare la preoccupante situazione di Messina vi è lo straordinario impegno di attivisti e volontari che si stanno impegnando alla promozione di un percorso che assicuri un’accoglienza reale e quindi dignitosa, denunciando quotidianamente la situazione del palaNebiolo e attivando iniziative concrete a favore dei migranti.

Giovanna Vaccaro
Borderline Sicilia Onlus