Famiglie immigrate “adottate” dai vicini: quando l’accoglienza funziona
Redattore Sociale – A Sutera, piccolo paese in provincia di Caltanissetta, l’associazione “I girasoli”, nell’ambito della rete Sprar, ospita 5 nuclei. Una presa in carico completa, resa possibile dalla solidarietà degli abitanti.
PALERMO – Cinque famiglie di migranti per un totale di 15 persone sono accolte, ognuna in un appartamento autonomo, e sono sostenute anche dalla gente del paese attraverso il rapporto del “buon vicinato”. Avviene a Sutera, piccolo paese in provincia di Caltanissetta, dove l’associazione “I girasoli” gestisce l’accoglienza nell’ambito della rete Sprar. La scelta dell’associazione è stata quella di non avere una sola grande struttura dove ospitare le famiglie ma di distribuirle in cinque diverse unità abitative, ognuna con la sua autonomia.
Ad essere ospitate sono tre coppie nigeriane di cui una con un bambino appena nato e un’altra con un bambino in arrivo. Si tratta di famiglie arrivate la scorsa estate a Lampedusa prima dell’operazione Mare nostrum. Poi c’è anche una famiglia nepalese che è arrivata dalla Francia. Infine una famiglia eritrea composta da mamma e 4 figli di età compresa tra i 5 e gli 11 anni che è arrivata l’estate scorsa a Sampieri durante uno sbarco drammatico in cui persero la vita 13 migranti. Quest’ultima famiglia vive anche con un’altra giovane amica eritrea che, avendo lasciato tre figli nel suo paese, spera presto con un ricongiungimento familiare di poterli riabbracciare.
Per le scelte fatte dall’associazione si può parlare di modello di accoglienza diffusa e solidale. Diffusa perché le famiglie sono state distribuite in case autonome e solidale perché la gente del paese, vicino alle abitazioni, sta rispondendo molto bene, mettendosi a disposizione. Inoltre, secondo quanto riferisce l’associazione, anche l’amministrazione comunale e la scuola si sono attivate positivamente nei confronti delle famiglie.
“Per noi non si tratta solo di semplice accoglienza ma di presa in carico completa che accompagna e sostiene la famiglia in tutti i bisogni -– racconta Claudio Lombardo, coordinatore del progetto Sprar di Sutera ed ex presidente dell’Arci di Caltanissetta -. -. Al primo posto mettiamo la relazione umana oltre che professionale e formata dei nostri operatori. Ricordiamoci che non accogliamo dei numeri ma delle persone con dei vissuti sofferti che hanno bisogno di un sostegno e accompagnamento autentico. L’idea che portiamo avanti è quella che le famiglie accolte si sentano profondamente inserite nel nostro territorio sentendosi ‘cittadine’ della nostra realtà. Ogni nucleo familiare è seguito da un operatore con un lavoro di affiancamento molto capillare. Inoltre puntiamo anche a favorire una sorta di “adozione sociale” della famiglia immigrata da parte di ogni vicino di casa del paese che si sta realizzando spontaneamente. Alcuni abitanti hanno messo per esempio un dispositivo wi-fi per permettere alla famiglia immigrata vicina di potere collegarsi via internet con il proprio paese d’origine”.
“E’ davvero molto bella la risposta soprattutto degli anziani del paese che, essendo stati a loro volta immigrati in Inghilterra, capiscono molto bene la situazione delle famiglie – aggiunge Claudio Lombardo – e si relazionano bene con loro”. “Negli anni nelle realtà che gestiamo abbiamo elargito ai migranti più di 100 borse lavoro, tirocini formativi per dare loro opportunità significative – continua -. Gli immigrati vanno accompagnati e seguiti passo dopo passo nel loro percorso di ricostruzione della loro vita. Possiamo senz’altro dire che anche in Sicilia è possibile portare avanti un tipo di accoglienza diversa che è ben altro dal modello dei grandi numeri di Mineo”.
Il prossimo 20 giugno per la giornata internazionale dei diritti dedicata ai migranti l’associazione I girasoli organizzerà, per alcuni giorni, nella piazza centrale del paese, uno spazio condiviso di degustazione delle pietanze tipiche di ogni paese di provenienza delle famiglie immigrate. Inoltre per gli abitanti di Sutera si attiverà un corso di cucina nepalese.
Inoltre, il piccolo paese nisseno che è anche molto conosciuto per il presepe vivente che allestisce a Natale, non si esclude che quest’anno potrebbe avere un bambinello Gesù straniero.“Nella tradizione di questo paese il personaggio di Gesù viene fatto fare dall’ultimo nato del paese. Chissà se non sarà un bambino africano considerato che è prevista una nascita di un bimbo nigeriano ad agosto e in paese le nascite sono molto poche”.