Caltanissetta: centro governativo allo stremo e realta’ degli accampamenti
La scorsa settimana ci siamo nuovamente recati a Caltanissetta per il consueto giro di monitoraggio.Le notizie che arrivano dall’interno, parlando con gli ospiti, sono sempre le stesse. Il sovrannumero degli ospiti si aggirerebbe attorno alle 79 unità: i containers del CARA risultano sovraffollati e senza luce; i bagni, in condizioni anche peggiori della volta precedente, risultano funzionanti solo in 4, mentre le docce utilizzabili sono soltanto una. Il cibo rimane scadente, il corso di italiano assente, anche se sembra che siano state formate delle classi improvvisate per circa 60 persone.
Sono stati presi alcuni provvedimenti rispetto elle criticità che avevamo segnalato nello scorso report e così c’è chi , finalmente dopo mesi, è riuscito finalmente ad avere accesso alle cure mediche. Ma i vestiti continuano a non essere distribuiti. Un’associazione locale che organizza i corsi di italiano presso la loro sede per gli ospiti del Cara, ci riferisce di persone senza un abbigliamento completo e adeguato. Con il caldo il non assicurare loro un cambio d’abiti diventa un problema igienico , oltre che un fastidioso disagio, soprattutto tenuto conto della difficoltà di poter usufruire di una doccia all’interno del Cara. La stessa associazione nissena ha perciò messo a disposizione un servizio doccia oltre che di lavanderia anche per i numerosi ospiti del centro governativo.
Inoltre, seppur continuamente smentita dall’ente gestore, rimane aperta la questione del divieto di uscita da Cara dopo le 18, che in questo periodo di caldo e di Ramadan diventa di non poco conto. Infatti, in mancanza di un servizio di trasporto per poter raggiungere il centro, diviene complicato, per non dire impossibile, raggiungere il centro città prima dell’ora del crepuscolo.
La Commissione territoriale sembra procedere a pieno ritmo, anche se il problema circa la reperibilità di interpreti di lingua e in numero adeguato causa disagi e tensioni, in quanto qualcuno vede ritardare il giorno dell’audizione e si vede scavalcato da compagni che hanno fatto richiesta tempo dopo.
Infine, a Caltanissetta persiste la realtà degli accampamenti irregolari, sorti di fronte al Cara e formati da coloro che attendono di essere ammessi per ottenere iil rilascio del permesso di soggiorno o semplicemente il suo rinnovo. Ci sono anche persone che conosciamo ormai da tempo che hanno già ottenuto la protezione internazionale, ma non sanno come organizzare la loro vita, non avendo avuto accesso a un percorso di inserimento sociale e lavorativo, e che pertanto rimangono incastrate nelle maglie delle della burocrazia italiana che impone loro di avere una residenza per potere agire come soggetti riconosciuti dal diritto. Ciò ha determinato la rinascita a Caltanissetta del business delle residenze a pagamento, vendute ai migranti dai cittadini nisseni. Residenze che costerebbero fino a 300 euro e che spesso nascondono delle ulteriori truffe, perché al pagamento non corrisponde la consegna di quanto occorre per ottenere riconoscimento effettivo di una residenza.
Al momento della nostra visita negli accampamenti, nel tardo pomeriggio del 23 giugno, abbiamo contato un totale di 38 persone, divisi in tre differenti spazi fra pakistani, afghani e persone di origine africana.
Le precarie condizioni di vita sono esasperate a causa del caldo e dalla presenza di animali. Quando siamo arrivati, gli abitanti di uno degli accampamenti ci hanno mostrato una biscia di circa un metro che avevano appena ucciso mentre passava di fianco alla loro tenda. A questa presenza fastidiosa si accompagna il pericolo rappresentato dalle zanzare, zecche, ragni per la salute dei migranti, che nel periodo del Ramadan e di grande caldo rende ancora più estreme le condizioni di vita negli accampamenti.
Giovanna Vaccaro
Bordeline Sicilia Onlus