Visita negli accampamenti di Pian del Lago


Foto Giovanna Vaccaro

Permangono gli accampamenti nei dintorni di Pian del Lago. Dalla visita effettuata lo scorso giovedì abbiamo potuto constatare che il numero dei migranti attualmente accampati nella zona circostante al centro governativo di Pian del lago è di circa una trentina, un numero inferiore rispetto a quello rilevato lo scorso gennaio.

Le ragioni della permanenza in questi accampamenti spontanei sono quelle di sempre: attesa per l’accesso alla procedura di protezione (e quindi all’accoglienza), tempi di rinnovo permesso di soggiorno e attesa della decisione dell’Unità Dublino sulla competenza dell’esame della domanda per chi ha presentato richiesta di protezione in un altro paese, prima di fare ingresso in Italia.

Il tempo di “sospensione” a cui sono destinati i cosiddetti casi Dublino è molto lungo. Abbiamo avuto modo di parlare con uno di loro, il quale si trova nell’accampamento da quattro mesi, dove prevede di restare fino ad agosto, vivendo in tenda e privo di acqua e luce. Gli abitanti dell’accampamento confidano sui connazionali più solidali che vivono nel CARA e portano qui il cibo avanzato e per l’acqua si organizzano con carrelli della spesa e recipienti per fare rifornimento all’interno del centro governativo e trasportarli fino a qui.

Durante la visita condotta lo scorso gennaio, avevamo potuto rilevare che i tempi di attesa per l’accesso alla protezione e all’accoglienza si erano ridotti ad un mese come conseguenza diretta del lavoro della commissione territoriale di Siracusa, che ha accelerato i tempi per l’esame della domanda. Attualmente la sottocommissione di Caltanissetta è attiva solo sporadicamente, mentre la maggior parte delle domande d’asilo (sulla base di criteri che non si conoscono) vengono ora rinviate alla commissione territoriale di Siracusa, a cui fa capo.

In questo momento, a destare le maggiori preoccupazioni sono invece i tempi di attesa per il rinnovo del permesso di soggiorno.

Come denunciato dallo Sportello Immigrati di Caltanissetta in un comunicato del 10 marzo scorso il tempo medio per riuscire a rinnovare il permesso di soggiorno è di quasi un anno. La prassi seguita dalla Questura è quella di sempre: allo straniero che si reca presso l’ufficio Immigrazione viene rilasciato solo un bigliettino recante la data del giorno dell’appuntamento. Questo bigliettino non ha valore di un documento e di fatto lo straniero si ritrova scoperto di qualsiasi diritto e impossibilitato a stipulare contratti regolari di lavoro, di abitazione e di usufruire del servizio sanitario nazionale.

A quanto pare, il successo dell’operazione di adeguamento dei tempi per il rinnovo dei permessi di soggiorno della Questura di Caltanissetta a quello delle altre questure italiane, decantato dal responsabile dell’Ufficio Immigrazione in occasione della visita della delegazione della Campagna lasciateCIEntrare, ha superato ogni aspettativa. Se infatti allora era stato dichiarato il raggiungimento di tale obiettivo con successo perchè l’attesa per il rinnovo del permesso di soggiorno era pari a 8 mesi, ora avendola protratta a 12, si potrà addirittura affermare “di aver superato il Maestro”, poiché queste tempistiche sono degne della Questura di Roma.

Come denunciato nel comunicato stampa dello sportello:“Appare evidente come questa prassi, oltre a non rispettare i termini di legge, costringa centinaia di persone in un limbo burocratico ingiustificabile, privandole della possibilità di esercitare diritti fondamentali”.

Giovanna Vaccaro

Borderline Sicilia Onlus