Cs Alarmphone- Migranti soccorsi in zona SAR maltese e trasferiti illegalmente nelle acque territoriali tunisine

Negli ultimi quattro giorni, WatchTheMed Alarm Phone ha raccolto informazioni circa un’imbarcazione che trasporta 40 migranti, provenienti da diversi paesi africani, che sembrerebbe sia stata illegalmente trasferita nelle acque territoriali tunisine dopo aver già raggiunto le acque internazionali e la zona di ricerca e salvataggio (SAR) maltese.

Tra le persone a bordo ci sono otto donne, due delle quali sono in stato di gravidanza. Il battello di legno era partito dalla Libia ed è stato salvato venerdì 13 luglio a nord della piattaforma petrolifera Astrat in acque internazionali e nella zona della SAR maltese dalla nave di rifornimento Sarost 5.

L’MRCC Tunisi e l’equipaggio della nave di rifornimento hanno confermato la posizione dell’imbarcazione nella zona SAR di Malta. Sia Malta che l’Italia hanno negato alla nave di rifornimento il permesso di sbarcare i migranti nei porti maltesi e italiani.I migranti sono ancora nel limbo.

Dopo il salvataggio, sono stati riforniti di cibo e portati sulla piattaforma petrolifera. Più tardi, la nave di rifornimento ha preso la direzione di Sfax in Tunisia alfine di sbarcare i migranti. Le autorità di Sfax si sono tuttavia rifiutate di autorizzare lo sbarco. Poi è stato detto loro di sbarcare a Zarzis.

Ma da lunedì 16 luglio, all’una di notte, è stato loro impedito di entrare nel porto.
Chiediamo che le persone siano condotte immediatamente in un porto sicuro in Europa.

Chiediamo che le guardie costiere europee si assumano la responsabilità di coordinare le operazioni di ricerca e salvataggio delle imbarcazioni in situazioni di emergenza nelle loro zone di ricerca e salvataggio, come previsto dalla legge.

Chiediamo una soluzione a lungo termine che consenta a chi è in difficoltà in mare di sbarcare rapidamente nei porti europei, per mettere fine alle valutazioni caso per caso, come sta accadendo attualmente, prolungando inutilmente le sofferenze di chi è stato salvato.

Dichiariamo inoltre la nostra solidarietà agli equipaggi di navi di organizzazioni non governative e commerciali che svolgono operazioni vitali di ricerca e salvataggio nonostante gli ostacoli creati dai governi europei.

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